Da due giorni, davanti alla Asl di Brindisi, presidio di protesta dei 10 dipendenti del 118 licenziati. Una storia non nata oggi.
L’ennesima vertenza lavorativa scoppiata a Brindisi, e non sarà purtroppo l’ unica. Quella dei 10 soccorritori del 118, licenziati, che sono in presidio davanti alla sede della Asl da ieri mattina, per protestare contro una decisione che mette in serio pericolo il loro futuro.
In sostanza una delibera di convenzione prevede contratto full time solo per 10 delle 20 persone impegnate nel 118. Una vicenda non nata adesso, come ci racconta un dipendente: “Nel 2008, con la delibera 1171, la Regione Puglia aveva praticamente promesso la stabilizzazione dei volontari nel giro di sei mesi, considerano che svolgiamo lo stesso servizio e le stesse mansioni dei colleghi già sotto contratto. Mi sento di dire che il termine volontari non è quello appropriato. Per sette anni abbiamo svolto il servizio in maniera regolare, 20 turni al mese di 12 ore retribuiti con un rimborso spese forfettario di 45 euro a turno”.
C’è molta rabbia e rammarico in chi si sente defraudato di un diritto, chi è stato mandato improvvisamente a casa dopo anni di lavoro al servizio del territorio e con le insegne dell’ Associazione di Volontariato Soccorso Puglia. Continua un altro dipendente: “Abbiamo sempre svolto il nostro dovere, soprattutto perché crediamo in questo lavoro. Il 118 è gestito da associazioni di volontariato onlus, dove siamo entrati circa 10 anni fa come soci figurativi. Ci siamo sempre fidati di chi all’interno della struttura aveva ruoli e responsabilità. Ma, venuti praticamente a conoscenza di come viene gestita una onlus, abbiamo evidenziato i nostri diritti e istanze tramite un legale. Nel momento in cui abbiamo chiesto le dovute spiegazioni, il presidente ha deciso di assumerci praticamente con gli stessi soldi che erano destinati all’ associazione, per evitare problemi di natura giuridica e penale. E in queste ore l’amara sorpresa: noi ex volontari, attuali dipendenti da un anno e mezzo con un contratto a tempo indeterminato, ci ritroviamo con una lettera di licenziamento perché, da quello che dice il presidente, non ci sono più soldi. Ci chiediamo come possa essere gestito un servizio cosi’ delicato come il 118 da semplici volontari. In tutti questi anni abbiamo acquisito tanta esperienza e professionalità, e finirà che il nostro posto sarà occupato da qualche volontario alle prime armi”.
La rabbia è tanta, vorrebbero fermarsi, non andare oltre, ma non ce la fanno, denunciando anche determinate situazioni che hanno dovuto sopportare. “A parte un paio di divise e di scarpe fornite dall’ Associazione, per il resto abbiamo provveduto con le nostre tasche ad acquisire un certo decoro di divisa da mostrare durante il servizio. Se vogliono distruggere la nostra dignità si sbagliano di grosso. Noi andremo avanti, a costo di alzare il tiro nelle azioni di protesta”.
I 10 dipendenti, supportati in queste ore da Antonio Macchia della CGIL Funzione Pubblica, hanno avuto un colloquio con il Direttore della ASL Pasqualone, che ha confermato l’impegno per evitare i licenziamenti. Ma, da quanto trapela, ci sarebbe una proposta, quella di portare il full time in part time. Soluzione che non verrebbe accettata da chi ha sperato in una stabilizzazione definitiva che ora è messa in serio pericolo.
Intanto, l’appello alle istituzioni, anche all’Assessore Regionale al Lavoro Leo Caroli.
Articolo di Ferdinando Cocciolo.