C'è un indagato per la morte di Paola la bracciante morta nelle campagne di Andria mentre il sen. Stefàno ha un colloquio con il Prefetto di Bari
Tiene sempre banco la grave problematica del caporalato nelle campagne pugliesi. Per la morte della bracciante Paola Clemente, 49 anni, c’è un indagato, mentre nelle scorse ore il sen. Dario Stefàno ha avuto un colloquio telefonico con il Prefetto di Bari.
Una grave problematica che deve assolutamente combattuta, dopo tanti anni di silenzio, incapacità nell’ approccio al problema, e, diciamolo pure, anche complicità e connivenze. Il caporalato e sfruttamento del lavoro, che stanno scuotendo ora più che mai le coscienze e la “ vera politica”, quella sana, più vicina alla gente, che non sta a guardare e smuove azioni e proposte.
Diverse morti sui campi negli ultimi mesi, che gridano vendetta. Come quella di Paola Clemente, 49 anni, bracciante di San Giorgio Jonico, morta lo scorso 13 luglio nelle campagne di Andria, sotto il sole, mentre lavorava per l’ acinellatura dell’ uva. Ora c’è un indagato, l’autista del bus che ha condotto Paola e altri braccianti in quelle campagne dove è assurdo morire, per 25 o 27 euro al giorno. Una decisione della Procura di Trani che segue l’ordine del pm di procedere con la riesumazione del corpo e l’autopsia della donna. Il marito di Paola, Stefano Arcuri, esige giustizia: “Chiedo la verità e giustizia per mia moglie, che si alzava all’alba da San Giorgio Jonico per andare a guadagnare 2 euro circa all’ora“.
Nell’indagine si ipotizzano i reati di omicidio colposo e omissione di soccorso. L’indagato è il tarantino Ciro Grassi, indicato praticamente come colui che ha organizzato la squadra di lavoro. Sicuramente, un concreto primo passo per arrivare alla verità, in una vicenda che ha turbato enormemente e non solo la comunità di San Giorgio Jonico. Il procuratore della Repubblica a Trani Carlo Maria Capristo è molto determinato: “l’inchiesta andrà sino in fondo e darà giustizia alla vittima e alla sua famiglia”. Ma il procuratore va oltre, con dure accuse e riflessioni. “Sul fenomeno del caporalato esiste ancora un muro di gomma. La gente non collabora, preferisce guadagnare pochi spiccioli anziché collaborare alle nostre indagini e sconfiggere una volta per tutte il fenomeno. Chiediamo aiuto ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali“.
Paola, morta a soli 49 anni, già due giorni prima del decesso avvertiva forti dolori al collo.
Intanto, il sen. Dario Stefàno, già promotore alcuni giorni fa di azioni parlamentari sul fenomeno del caporalato, ha avuto nelle scorse ore un colloquio telefonico con il Prefetto di Bari Carmela Pagano. “Il caporalato va affrontato su più fronti – dichiara Stefàno - anche su quello del controllo del trasporto dei lavoratori, per provare a debellarlo definitivamente. Abbiamo condiviso con il Prefetto la necessità che i controlli producano in sostanza una più capillare identificazione degli addetti al trasporto di uomini e donne che lavorano nei nostri campi. Non possiamo arrenderci ad una piaga che sporca e offende la storia della nostra terra e rende un inferno la vita di tanti uomini e donne”.
Articolo di Ferdinando Cocciolo.
giovedì 20 agosto 2015
C’è un indagato per la morte di Paola la bracciante morta nelle campagne di Andria

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