L’istituzione di un tavolo di crisi regionale è stata chiesta, stamani, dal sindacato confederale nel corso di un’audizione nella VI Commissione consiliare, perché si assicuri un futuro lavorativo ad oltre 500 lavoratori pugliesi, premesse le difficoltà finanziaria delle Province e l’impossibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali per questi dipendenti di Società partecipate già in liquidazione. Tra loro figurano i 231 di “Isolaverde” Taranto che da nove mesi sono senza stipendio e che da dicembre 2015 risultano sospesi senza retribuzione; ed i 120 di “Santa Teresa” Brindisi in contratto di solidarietà al 50% fino al 31 dicembre 2016. Abbiamo sollecitato la Regione di farsi carico, in un’ottica d’insieme, del personale e dei servizi già offerti dalle Società in questione, considerando detti servizi oggettivamente irrinunciabili, benché definiti impropriamente “funzioni non fondamentali”.
L’impegno assunto dalla Commissione è stato quello di riconvocare i sindacati dopo l’incontro a Roma di mercoledì prossimo, in sede di Conferenza Stato-Regioni, dove sarà affrontata la scottante problematica delle Società partecipate e il paradosso tutto italiano susseguente al Decreto del Ministro Madia di riforma della Pubblica amministrazione contenente l’obbligo per le Province di assicurare i servizi senza però il relativo trasferimento di risorse finanziarie. Come Fisascat Cisl Taranto Brindisi pensiamo che non si debba perdere altro tempo e puntare decisamente alla tutela dell’occupazione vagliando tutte le soluzioni possibili, a partire dalla costituzione di una società unica, come ipotizzato dalla Regione Puglia, fino alla esigibilità nei casi di “Isolaverde” e di “Santa Teresa” dei rispettivi Protocolli d’Intesa sottoscritti presso le rispettive Prefetture lo scorso novembre.
Nello specifico, per il territorio ionico ci si confronti sull’ipotesi dell’assorbimento nella Società Infrataras S.p.A. controllata dal Comune di Taranto dei 24 operatori addetti agli impianti termici, servizio tanto indispensabile quanto da assicurare con essenziale continuità, come pure sull’indizione di una gara di appalto per le pulizie evidentemente ancora imprescindibili nella sede Provincia, prevedendo al riguardo una clausola sociale per la ricollocazione delle attuali 28 unità. Quanto ai 26 operatori impegnati nei Centri per l’Impiego chiediamo che la Regione ne operi l’assorbimento, mentre per i 33 tra custodi e uscieri già impegnati presso la sede dell’Università a Taranto, si riscontri la disponibilità manifestata dal Rettore Uricchio di indire autonomamente una gara di appalto con conseguente rioccupazione del medesimo personale. Analoga valutazione sia fatta per gli oltre 100 addetti alla manutenzione di immobili e di strade provinciali, per un servizio imprescindibile per garantire sicurezza e vivibilità.
Quanto alla “Santa Teresa”, premesso che per 82 addetti esistono già piani di impresa per servizi fondamentali e per 38 piani cosiddetti non fondamentali, la soluzione più ovvia rimane quella del trasferimento alla Provincia di finanziamenti pubblici che scongiurino la perdita di professionalità consolidate e, al contempo, garantiscano ai cittadini servizi comunque indispensabili. Il tempo utile per soluzioni concrete a Taranto e a Brindisi esiste ma, nel primo caso esso comincia ad assottigliarsi, giacché che dopo il 14 marzo i 231 lavoratori potrebbero risultare tutti definitivamente licenziati.
Perciò reiteriamo il nostro appello pressante al Governo ed alle istituzioni locali a fare presto, per ridare dignità e fiducia di futuro a questi lavoratori e alle loro famiglie le cui speranze di futuro occupazionale sono messe a durissima prova.
L’impegno assunto dalla Commissione è stato quello di riconvocare i sindacati dopo l’incontro a Roma di mercoledì prossimo, in sede di Conferenza Stato-Regioni, dove sarà affrontata la scottante problematica delle Società partecipate e il paradosso tutto italiano susseguente al Decreto del Ministro Madia di riforma della Pubblica amministrazione contenente l’obbligo per le Province di assicurare i servizi senza però il relativo trasferimento di risorse finanziarie. Come Fisascat Cisl Taranto Brindisi pensiamo che non si debba perdere altro tempo e puntare decisamente alla tutela dell’occupazione vagliando tutte le soluzioni possibili, a partire dalla costituzione di una società unica, come ipotizzato dalla Regione Puglia, fino alla esigibilità nei casi di “Isolaverde” e di “Santa Teresa” dei rispettivi Protocolli d’Intesa sottoscritti presso le rispettive Prefetture lo scorso novembre.
Nello specifico, per il territorio ionico ci si confronti sull’ipotesi dell’assorbimento nella Società Infrataras S.p.A. controllata dal Comune di Taranto dei 24 operatori addetti agli impianti termici, servizio tanto indispensabile quanto da assicurare con essenziale continuità, come pure sull’indizione di una gara di appalto per le pulizie evidentemente ancora imprescindibili nella sede Provincia, prevedendo al riguardo una clausola sociale per la ricollocazione delle attuali 28 unità. Quanto ai 26 operatori impegnati nei Centri per l’Impiego chiediamo che la Regione ne operi l’assorbimento, mentre per i 33 tra custodi e uscieri già impegnati presso la sede dell’Università a Taranto, si riscontri la disponibilità manifestata dal Rettore Uricchio di indire autonomamente una gara di appalto con conseguente rioccupazione del medesimo personale. Analoga valutazione sia fatta per gli oltre 100 addetti alla manutenzione di immobili e di strade provinciali, per un servizio imprescindibile per garantire sicurezza e vivibilità.
Quanto alla “Santa Teresa”, premesso che per 82 addetti esistono già piani di impresa per servizi fondamentali e per 38 piani cosiddetti non fondamentali, la soluzione più ovvia rimane quella del trasferimento alla Provincia di finanziamenti pubblici che scongiurino la perdita di professionalità consolidate e, al contempo, garantiscano ai cittadini servizi comunque indispensabili. Il tempo utile per soluzioni concrete a Taranto e a Brindisi esiste ma, nel primo caso esso comincia ad assottigliarsi, giacché che dopo il 14 marzo i 231 lavoratori potrebbero risultare tutti definitivamente licenziati.
Perciò reiteriamo il nostro appello pressante al Governo ed alle istituzioni locali a fare presto, per ridare dignità e fiducia di futuro a questi lavoratori e alle loro famiglie le cui speranze di futuro occupazionale sono messe a durissima prova.