Un grave fenomeno, che dura da molti anni, anche e soprattutto indisturbati. Un fenomeno per il quale, nella maggior parte dei casi, i responsabili non hanno mai pagato. Ma non è mai troppo tardi, e oggi il livello di attenzione da parte delle istituzioni e la politica è abbastanza alto, tra commissioni di inchiesta e proposte. E’ il fenomeno del Caporalato, purtroppo ben radicato in Puglia. I dati a nostra disposizione sono eloquenti. Gli oltre 80 distretti agricoli italiani in cui si pratica il caporalato fanno registrare “33 casi di condizioni di lavoro indecenti”. Nello specifico, in 22 casi “condizioni di lavoro gravemente sfruttato”. E le ricadute del fenomeno sullo Stato? Lo Stato ha praticamente una perdita di “circa 600 milioni di euro l’anno”. Proprio in Puglia , nel 2015, i casi più drammatici, se non tragici. Ricordiamo ad esempio la morte della bracciante Paola Clemente, di cui il nostro giornale se ne è occupato a più riprese. Una vicenda in attesa di giustizia definitiva. Sono quattrocentomila le persone sfruttate dai caporali, a una paga di DUE EURO E MEZZA L’ORA. (600 euro al mese n.d.r.) Ma non solo, a quanto dato al lavoratore, che è metà di quanto previsto dalla legge, vengono poi sottratti cinque euro per il trasporto, l’acquisto di acqua e cibo e l’eventuale acquisto di medicine. E non parleremmo di eventuale, considerando che si ammalano in tre su quattro, le vittime del Caporalato.
Articolo di Ferdinando Cocciolo.