Quando si vuole comprare una chitarra, si va al negozio di strumenti e la si prende. Ma la chitarra com’è arrivata lì? Chi l’ha costruita?
Nei secoli scorsi, a partire dal Rinascimento, vi era una figura artigiana, il liutaio, che costruiva strumenti musicali per le corti dei grandi signori. Ancora oggi sono famosi i violini creati da Antonio Stradivari. Oramai i grandi marchi di strumenti utilizzano le catene di montaggio ma ancora esistono liutai che, per diletto o per professione, costruiscono artigianalmente diversi strumenti musicali.
In città, in via Palestro, dal 2013 troviamo proprio uno di questi artigiani. Si chiama Andrea Capurso, ha 31 anni, e sin da quando era piccolo costruisce strumenti. “Ho costruito il mio primo strumento a 10 anni insieme a mio padre, con legname di recupero, mentre riparava la barca da pesca. Ora costruisco principalmente chitarre elettriche e acustiche, bassi elettrici e ogni tanto mi diletto nella costruzione di violini e ukulele, in pratica quelli che vengono detti strumenti a corda”.
L’amore per la musica e per il legno lo portano ad approfondire l’argomento studiando da solo questa antica arte e seguendo alcuni colleghi nei loro lavori, imparando i segreti del mestiere. “Oggi il mestiere del liutaio è un mestiere che fa gola. Molti si affacciano a questo mondo tramite i progetti trovati in internet ma non è un lavoro facile, bisogna avere delle competenze a 360 gradi. Bisogna conoscere i legni, saper utilizzare gli strumenti classici della falegnameria, essere ottimi verniciatori, saper utilizzare la gommalacca e preparare le colle.”
Passano gli anni e passano gli strumenti, così Andrea si ritrova a costruire chitarre e bassi per i grandi musicisti della scena rock italiana e non “Ho costruito chitarre e bassi per Giuliano Sangiorgi, Emanuele Spedicato ed Ermanno Carlà, cantante, chitarrista e bassista dei Negramaro, per Maurizio Filardo, chitarrista di Daniele Silvestri, per Alborosie e per i musicisti del gruppo metal brindisino Adimiron, da anni impegnati in tour internazionali”.
Uno strumento artigianale ha un’anima propria, riflette l’anima del musicista poiché è pensato specificamente per lui, combinando diversi tipi di legni e tecniche si crea un suono personale che difficilmente può essere copiato. “E’ il bello di questo lavoro, non si finisce mai di scoprire e di imparare. Ogni strumento ti porta a pensare a qualche variazione. E’ quindi anche necessario avere il coraggio di osare per sperimentare, dato che se va male, butti mesi di lavoro e materiali. Ma sbagliando s’impara.”
Nei secoli scorsi, a partire dal Rinascimento, vi era una figura artigiana, il liutaio, che costruiva strumenti musicali per le corti dei grandi signori. Ancora oggi sono famosi i violini creati da Antonio Stradivari. Oramai i grandi marchi di strumenti utilizzano le catene di montaggio ma ancora esistono liutai che, per diletto o per professione, costruiscono artigianalmente diversi strumenti musicali.
In città, in via Palestro, dal 2013 troviamo proprio uno di questi artigiani. Si chiama Andrea Capurso, ha 31 anni, e sin da quando era piccolo costruisce strumenti. “Ho costruito il mio primo strumento a 10 anni insieme a mio padre, con legname di recupero, mentre riparava la barca da pesca. Ora costruisco principalmente chitarre elettriche e acustiche, bassi elettrici e ogni tanto mi diletto nella costruzione di violini e ukulele, in pratica quelli che vengono detti strumenti a corda”.
L’amore per la musica e per il legno lo portano ad approfondire l’argomento studiando da solo questa antica arte e seguendo alcuni colleghi nei loro lavori, imparando i segreti del mestiere. “Oggi il mestiere del liutaio è un mestiere che fa gola. Molti si affacciano a questo mondo tramite i progetti trovati in internet ma non è un lavoro facile, bisogna avere delle competenze a 360 gradi. Bisogna conoscere i legni, saper utilizzare gli strumenti classici della falegnameria, essere ottimi verniciatori, saper utilizzare la gommalacca e preparare le colle.”
Passano gli anni e passano gli strumenti, così Andrea si ritrova a costruire chitarre e bassi per i grandi musicisti della scena rock italiana e non “Ho costruito chitarre e bassi per Giuliano Sangiorgi, Emanuele Spedicato ed Ermanno Carlà, cantante, chitarrista e bassista dei Negramaro, per Maurizio Filardo, chitarrista di Daniele Silvestri, per Alborosie e per i musicisti del gruppo metal brindisino Adimiron, da anni impegnati in tour internazionali”.
Uno strumento artigianale ha un’anima propria, riflette l’anima del musicista poiché è pensato specificamente per lui, combinando diversi tipi di legni e tecniche si crea un suono personale che difficilmente può essere copiato. “E’ il bello di questo lavoro, non si finisce mai di scoprire e di imparare. Ogni strumento ti porta a pensare a qualche variazione. E’ quindi anche necessario avere il coraggio di osare per sperimentare, dato che se va male, butti mesi di lavoro e materiali. Ma sbagliando s’impara.”
Giuseppe Patisso