Centrale Enel di Cerano: “emissioni nocive per la salute dei cittadini” - Daniela Donno (M5S) interroga i Ministri e chiede di intervenire per tutelare la salute pubblica
La Centrale termoelettrica di Cerano, e le emissioni inquinanti che si estendono nell’area circostante, sono state oggetto di un’ interrogazione parlamentare rivolta dalla senatrice del Movimento 5 Stelle, Daniela Donno, ai ministri ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute.
Nel testo dell’interrogazione si puntualizzano i vari studi ed i pareri medici relativi all’impatto nocivo sulla salute pubblica degli impianti industriali che, come nel caso della suddetta centrale, hanno determinato l’apertura di una procedura di infrazione sulla qualità dell’aria a carico dell’Italia da parte della Commissione Europea.
“Nel luglio 2015 veniva riportato sul sito del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) uno studio relativo all’impatto sulla salute pubblica del particolato originato dalla centrale termoelettrica di Cerano (Brindisi)- scrive la senatrice -. Nell’articolo pubblicato si leggeva che la centrale, entrata in funzione nei primi anni ’90, ha una potenza elettrica di 2 mila 640 mw ed è alimentata annualmente con circa 6 milioni di tonnellate di polvere di carbone. Questa potenza di produzione pone l’impianto in cima alle classifiche dell’agenzia europea per l’ambiente (Eea) per emissioni di sostanze inquinanti. Le zone a sud-est della centrale sono quelle più esposte alle emissioni della centrale e l’area interessata dalla persistenza di particolato secondario è molto più vasta di quella interessata dal primario. È stato osservato, ad esempio, che il particolato primario ha il suo massimo di concentrazione ad una distanza di circa sei chilometri dalla centrale. Al contrario, il massimo di concentrazione del particolato secondario giunge ad una distanza tra i dieci e i trenta chilometri. Se si considera solo il particolato primario, sono 4 i decessi che si stima sarebbero stati evitati annualmente se non vi fosse stata esposizione. Nel caso del particolato secondario, il numero stimato dei decessi attribuibili aumenta fino a 28".
Le conclusioni dello studio sono preoccupanti: “L’indagine ha evidenziato che ignorare il ruolo del particolato secondario conduce ad una sottostima notevole dell’impatto che la centrale ha sulla salute delle popolazioni”.
“Nel corso della seduta che si è svolta a luglio del 2015 presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato, in riferimento all’indagine conoscitiva sugli effetti dell'inquinamento ambientale sull'incidenza dei tumori, sono stati ascoltati degli esperti sulle problematiche relative alla centrale Enel di Cerano – prosegue la portavoce del Movimento 5 Stelle - . In tale occasione, il dottor Cervino si è soffermato "sugli effetti avversi sulla salute del particolato e sulla mortalità per esposizione a lungo termine, evidenziando come esso risulti tra i principali fattori di rischio per la salute pubblica per il cancro, per le patologie circolatorie e cardiovascolari e per le malattie dell'apparato respiratorio".
E ancora: “In un articolo apparso sul fattoquotidiano.it si riportava l’annuncio della Commissione Europea di aver inserito il caso Brindisi nella procedura d’infrazione sulla qualità dell’aria a carico dell’Italia. La stessa Commissione europea ambiente ha poi scritto una lettera ad Antonia Battaglia, dell’associazione Peacelink, in merito alla questione inquinamento a Brindisi in cui si sosteneva che i valori limite per la qualità dell’aria sono stati superati per diversi anni; una procedura di infrazione è quindi stata aperta per violazione degli articoli 13 e 23 della direttiva 2008/50/EC sulla qualità dell’aria ambiente in questa e altre zone, in particolare con attenzione per il PM10 (polveri sottili), pertanto la Commissione ha deciso di prendere in considerazione la denuncia di PeaceLink alla luce della procedura sopracitata".
Daniela Donno (M5S) ha chiesto ai Ministri interrogati quali urgenti misure intendano adottare al fine di garantire il pieno rispetto della normativa nazionale nonché delle prescrizioni comunitarie in materia di tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, con particolare attenzione al caso di Brindisi e alle zone limitrofe.
Daniela Donno ha chiesto di sapere anche quali studi, monitoraggi ed analisi intendano promuovere al fine di intervenire, in maniera risolutiva, sulla questione del particolato e quali specifici piani intendano adottare al fine di ridurre le emissioni nocive provenienti dalla centrale Enel di Cerano e dagli altri siti industriali presenti a Brindisi e nelle aree contigue.