Entusiasmo tra gli Architetti che hanno preso parte a “Un Certain Regard, Relazioni pericolose tra Architettura, Cinema e Arte”, il primo degli eventi che celebrano il 30° anniversario dalla fondazione dell’Ordine della categoria a Brindisi. Cinema e Architettura hanno dialogato a lungo, grazie agli interventi dei relatori
Si è parlato di arte, della terza e la settima, durante il corso di formazione che si è tenuto venerdì 24 giugno all’interno della Sala dell’Università di Palazzo Ex Corte d’Assise, Granafei-Nervegna. L’Architettura e il Cinema sono stati gli indiscussi protagonisti di “Un Certain Regard, Relazioni pericolose tra Architettura, Cinema e Arte”, l’evento organizzato dall’Ordine degli Architetti di Brindisi, in collaborazione con la Federazione Regionale dell’Ordine degli Architetti, il Comune di Brindisi e Apulia Film Commission.
C’è un filo rosso che unisce le due arti, lungo quanto la loro storia, sul quale si tengono da sempre in equilibrio realtà e fantasia, razionalità ed emozione, narrazione e poesia. Luci e ombre di questa “relazione pericolosa” sono state indagate dal convegno, che ha suscitato in diversi momenti un fervido dibattito.
«E’ un onore dare inizio a una serie di appuntamenti che celebrano il trentesimo anno di attività dell’Ordine degli Architetti di Brindisi – afferma il Maurizio Marinazzo, Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Brindisi – a cui abbiamo il dovere di partecipare affinché si parli di architettura. Tre sono i filoni su cui si soffermerà l’attenzione dei partecipanti: il Cinema, i Territori e Luoghi del Gusto e infine l’Arte e il Design, argomenti utili a studiare il legame tra innovazione e tradizione, binomio che serve a costruire la nostra identità e a farci confrontare in maniera sempre più dinamica e puntuale con le Istituzioni e le Amministrazioni locali. Il mio ringraziamento va a chi collabora con l’Ordine e a chi lo anima».
«Questo convegno, come quelli che seguono, vuole capire come l’architettura si integri con le altre arti – spiega Serena Chiarelli, membro del CDA dell’Ordine e responsabile per esso della Formazione – cercando di comprendere i cambiamenti del territorio e le strategie per adeguarsi ai nuovi spazi, fisici e culturali. Deve partire da noi, da qui, il processo creativo che ci permetta di restituire dignità alla nostra professione. Ho sempre creduto che uno degli aspetti più affascinanti dell’Architettura fosse proprio il fatto che l’arte e la tecnica convivano all’interno della stessa anima, elemento che ha fuso la nostra materia con tutte le altre arti. Il Cinema da sempre attinge alla fonte della disciplina architettonica, le cui strutture diventano addirittura protagoniste assolute di alcune celebri pellicole di Kubrik, Fritz Lang, Scott, Antonioni. Al tempo stesso si può parlare di tantissimi architetti che sono stati e sono scenografi, direttori della fotografia, oppure registi. Perché qualunque arte è in fondo la contaminazione di altre forme artistiche».

Il corso di formazione, valso ai partecipanti sei crediti formativi, è entrato nel vivo con l’ intervento dell’Arch. Adriano Ghisetti Giavarina, professore Ordinario di Storia dell’Architettura presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Chieti-Pescara, che afferma: «L’Architettura agisce nel mondo reale, il Cinema in quello del fantastico, ma entrambe le discipline fanno affidamento sulla creatività e sul genio del progettista. L’Architetto è come un Regista, studia, immagina, trasferisce, coordina, in una parola dirige un intero progetto artistico».
«Credo che Architettura e Cinema avanzino allo stesso passo – spiega l’Arch. Raffaele Giannantonio, Professore Associato di Storia dell’architettura presso il Dipartimento di Architettura dell'Università di Chieti-Pescara – come fossero la stessa cosa. Il significato dei loro prodotti può essere compreso dai fruitori e dagli studiosi di entrambe le materie, l’una rappresenta la migliore casa per l’altra».
Dopo l’elegante pranzo a buffet, i lavori sono proseguiti con lo studio dei “Luoghi e territori del cinema: per un catalogo sistematico delle sale cinematografiche italiane”, il monumentale volume curato da Francesco Moschini, Francesco Maggiore e Vincenzo D’alba, che cataloga e censisce tutte le sale cinematografiche di Puglia. Sono in tutto 270, di cui 140 dismesse e 130 attive. In uno scenario poco confortante, 80 sarebbero quelle da tutelare per il loro valore storico. È un viaggio poetico e surreale quello costruito sulla mappa delle sale cinematografiche cittadine, tra le poche funzionanti e le più regalate alla polvere, quando non è possibile trasformarle in supermercati o club a luci rosse. Il prezioso libro è composto, oltre ai testi a cui hanno collaborato nomi celebri del mondo del Cinema, da scatti fotografici e illustrazioni. A parlarne, l’autore Francesco Maggiore, Presidente della Fondazione Gianfranco Dioguardi, in compagnia del fotografo Alessandro Cirillo.
Il convegno si è concluso con l’intervento del Presidente del Teatro Pubblico Pugliese, Carmelo Grassi, professionista attivo anche nel mondo del Cinema e dell’Architetto Simonetta Dellomonaco, membro del Consiglio di Amministrazione di Apulia Film Commission. L’evento, reso possibile grazie anche al supporto di “Ostuni Palace” Hotel, è terminato con l’anteprima della mostra “Scatti di Cinema, la Puglia al Cinema”, realizzata da Apulia Film Commission.
La mostra è un viaggio nelle diversità territoriali della Puglia, che si compie per mezzo di immagini di film nazionali e internazionali. È emozionante riconoscere luoghi familiari completamente trasformati oppure fare da sfondo naturale a celebri film. Dai nostri paesaggi, dal mare, dalle architetture dei centri storici e dai nostri colori, si sono lasciati ispirare registi come Alessandro Piva, Edoardo Winspeare, Pupi Avati, Sergio Rubini, Mario Martone, Ferzan Ozpetek e tanti altri. Tra i 70 scatti ammirabili, anche alcuni dei set di Giovanni Veronesi, Daniele Ciprì, Pippo Mezzapesa, Giacomo Campiotti, Leone Pompucci, Ermanno Olmi, Eugenio Cappuccio.
“Scatti di Cinema” sarà visitabile tutti i giorni dal 25 giugno al 31 agosto 2016, dalle ore 9.00 alle ore 13.30 e dalle ore 16.00 alle ore 20.30
Per informazioni: architettibrindisi@archiworld.it e sediculturali@comune.brindisi.it.