In questi mesi, infatti, abbiamo lavorato ad un proficuo e costante confronto con associazioni di settore, gruppi parlamentari e Governo: da questo confronto è scaturita la proposta di una legge delega di riordino del settore balneare che, nel rispetto delle normative europee, prevederà procedure trasparenti di pubblica evidenza per le nuove concessioni e, nel contempo, un'adeguata fase di transizione a tutela degli attuali concessionari e degli investimenti operati, in un comparto di così grande rilievo per l'industria turistica nazionale.
Peraltro, lo stesso dispositivo della sentenza della Corte di Giustizia europea, nel negare l’automaticità della proroga delle concessioni, rimanda alla valutazione del Giudice nazionale la questione se dette concessioni debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazioni per via della scarsità delle risorse naturali: questione superabile considerando che le concessioni attualmente in essere occupano circa il trenta per cento delle aree disponibili. In secondo luogo, ancora la stessa sentenza riconosce la necessità di tutelare l'affidamento alle imprese balneari qualora, al momento del rilascio della concessione, sia stato osservato il principio della pubblica evidenza.
Si tratta di due indicazioni positive e rilevanti rispetto alla peculiarità dell'impresa balneare italiana, che dovranno trovare adeguato riferimento normativo nella prossima legge delega.
Questa vicenda va avanti da troppo tempo ormai e la stessa sentenza dei giorni scorsi era prevedibile. Oggi è sempre più urgente e necessario che l'Italia tuteli la propria specificità nel settore balneare, garantendo alle imprese esercenti di non aver investito invano e alle nuove un quadro normativo certo e trasparente. Sono in gioco competenze e posti di lavoro oltre che un pezzo decisivo dell'economia del nostro paese.
Sen. Salvatore TOMASELLI