Riceviamo da cesere Mevoli la nota che qui di seguito pubblichiamo integralmente
Oggetto: risposta a note SaccomannoCavaliere
Carissimi,
immaginavo una risposta al mio comunicato di uscita dal partito, ma mai la avrei immaginata così infarcita di menzogne, luoghi comuni e astio mal riposto.
Pensavo di poter considerare chiusa la vicenda, essendo già impegnato in una attività politica della quale ho lamentato e sofferto la carenza nel vostro partito, per stasi e incapacità organizzativa delle persone che ne reggono le sorti, persone che avete scelto di confermare e sostenere nonostante l’evidente fallimento.
Mi costringete invece a ritornare, - esplicandoli meglio non essendo forse riuscito a ben spiegarmi, - sui “perché” che mi hanno indotto a lasciare fratelli d’Italia.
All’amico Luciano che lascia intravedere un mio abbandono per rabbia e delusione elettorale, rispondo che non sono mai stato più sereno di oggi, confortato dal fatto che, nel disastro degli scarsi consensi realizzati dalla coalizione , dal candidato Sindaco, e soprattutto dalla lista, non sono affatto io lo sconfitto, avendo riguadagnato quasi gli stessi voti della scorsa campagna elettorale, pur essendo fuori dalle istituzioni già dal 2011 e con alle spalle la mancata rielezione dopo la vittoria di Consales: se vincitore morale, non solo in Fdi ma nell’intero centrodestra c’è, senza voler mancare di rispetto agli altri candidati, quello sono io. Deluso si senta chi ha realizzato uno scarsissimo risultato nonostante abbia goduto di ogni tipo di appoggi, con una lista fatta su misura, costituita da tante donne messe li per fargli accaparrare la doppia preferenza, con le miserie del doppio manifesto nel comitato quando tutti gli altri ne avevano solo uno, e con un incarico di partito mantenuto nonostante la candidatura, che lo portava a sedere al tavolo dei relatori mentre tutti gli altri, compreso lo scrivente, sedeva tra il pubblico, cose che in un partito serio non sarebbero mai accadute.
Se fossi deluso come scrivi, me ne sarei tornato a casa , al mio lavoro, agli affetti, non mi starei riorganizzando con Azione Nazionale per lanciarmi in quella attività politica che mi è mancata da voi, e che non toccava certo a me organizzare, ed alla quale, allorquando si è timidamente intravista, ho cercato di non far mancare la mia presenza e il mio contributo.
Scrivi pubblicamente di conversazioni private tra noi, ma ti ricordo che privatamente convenivi con me della assoluta mancanza di rispetto , di tatto, e di conoscenza delle più elementari norme gerarchiche, adoperata nei miei confronti da un “commissario “ cittadino, - che nessuno ha eletto, ma tutti “abbiamo voluto” a ricoprire quel prestigioso incarico, che mi comunica per messaggino proponendomi per l’esecutivo provinciale, (manco toccasse, a lui, proporre me, dirigente nazionale e provinciale da ben prima che egli approdasse a fdi ) il tutto all’indomani della mia richiesta di azzeramento delle cariche, la sua in primis, per manifesta incapacità e per un immobilismo che in altri tempi avrebbe portato TUTTI a dimissioni: delle due l’una, o mancano i fondamentali, - e non si consegna un partito in mano a chi non conosce nemmeno l’ABC della Politica, - o mi si voleva provocare, forte di chissà quali garanzie di inamovibilità e sperando nella mia reazione, che posso dire di aver assecondato andando via. E state sereni, che molti saranno contenti di aver eliminato un competitor ingombrante come il sottoscritto.
Peccato solo che, senza quel 27% che i miei voti personali hanno apportato alla lista, oggi sareste messi molto peggio delle varie liste civiche: un giorno Giovanni Antonino, all’anticamera del famigerato ribaltone, mi disse testualmente o quasi:” tu te ne devi venire con me, devi seguirmi. Io non ho bisogno dei tuoi pochi voti, ma della tua immagine di persona corretta, seria, onesta. E’ quello il tuo valore aggiunto”. E’ vivo e vegeto e segue le cronache locali, e potrà smentirmi se dico il falso. Ecco, questi sono i motivi per i quali mi avete candidato.
E mi avete candidato nonostante da Roma fossero “arrabbiati” contro i 20 dirigenti nazionali, compreso chi scrive, per aver indirizzato a Giorgia Meloni una lettera con la quale chiedevamo il rispetto dello Statuto del partito e la indizione di elezione primarie per la scelta del candidato Sindaco di Roma Capitale. Delitto di lesa maestà, e tutti noi “sospesi”; Si preferiva Bertolaso piuttosto che Giorgia stessa. Ma voi volevate ciò che voleva Antonino qualche anno prima, e mi avete ugualmente candidato. Sono io che ho fatto un favore a voi, non voi a me. Con quei voti, sarei stato eletto in qualsiasi lista civica di qualsiasi schieramento. E si che, richieste e offerte di candidatura, mi erano arrivate da più parti, ma io sono una persona seria e coerente, e mi candido con il partito delle mie idee, non con uno qualunque che pure può garantirmi il seggio. Io me ne frego.
Mentite sapendo di mentire, scrivendo che vado via e che era chiaro ai più fin dal primo momento che quella sarebbe stata la mia mossa, successiva all’esito elettorale: anche quella menzogna serviva “a qualcunoa” per distogliere da me i consensi e indirizzarli su un altro candidato,ma nonostante tutto questo vado via solo dopo aver chiesto l’azzeramento dell’esecutivo provinciale e di quello cittadino, stanco di dover assistere a manifesto immobilismo sopratutto nel capoluogo, e avendo sperato, da primo della lista, di aver CONQUISTATO un incarico che nessuno si è minimamente sognato, ne prima ne dopo, di OFFRIRMI. Chi intende andarsene, non offre la sua disponibilità e addirittura lotta per ottenere maggiori responsabilità. Va via e basta, come hanno fatto altri. Tanti altri.
A te, caro Luciano, all’epoca quattordicenne spiegai, è vero, come ho sempre fatto negli anni a seguire con tanti ragazzi, che le battaglie si combattono all’interno, ma eravamo nel MSI, e poi in AN, e quelli erano partiti dove ti scontravi tra componenti interne e differenti visioni del mondo e delle cose, ma esistevano congressi, tessere e luoghi di discussione, camere di compensazione, qui invece ho dovuto combattere contro l’ ostinata ricerca del nuovo, a discapito di chi poteva vantare esperienza da vendere, sino a sfiorare il masochismo. Solo uno stupido, e non mi ritengo tale, non sarebbe rimasto prima meravigliato, poi deluso e infine incazzato da riunioni dove si dovevano attribuire incarichi che iniziavano sempre con: ” avremmo pensato a Cesare Mevoli, vera colonna portante della Destra, vera persona di esperienza, amministratore onesto oltre ogni dubbio, militante di vecchissima data, ecc. ecc.” e chi più ne aveva ne aggiungeva, e finivano sempre con il premiare qualcun altro. Si entrava ogni volta da Papa, per uscirne sempre Cardinale.
La verità è che DA SEMPRE, sin da quando AN aveva il fior fiore di deputati, senatori, assessori e consiglieri regionali, ed europarlamentari, io ho rivendicato la mia indipendenza: neanche mio Padre, sino ad oggi, è mai riuscito a dirmi cosa devo fare, al massimo me lo ha consigliato, ma ho sempre deciso io: ma di gente così, si ha sempre timore; Eppure, passami la volgarità, non bisogna avere paura di chi morde, ma di chi lecca e batte sempre le mani: sono quelli che non ti diranno mai che stai sbagliando, e ti faranno sbagliare.
E Michele Saccomanno, che al momento gode ancora della mia stima come Politico, continua a commettere gli stessi errori che gli hanno fatto il vuoto attorno, perché non ha nessuno che gli ringhia in faccia le cose che non vanno, e accontentandosi del piccolo cabotaggio e degli yes man, si ritrova di giorno in giorno sempre più solo, e me ne dispiace sinceramente, anche quando mi offende scadendo nelle offese.
Per quanto mi riguarda non sono deluso, non vado a casa, non mi rifugio nel privato, sposo la causa di AZIONE NAZIONALE, ieri per me solo movimento culturale, oggi partito, e rilancio il mio impegno Politico!
Vedremo, se la delusione che tutti mi addebitate quale causa della fuoriuscita, mi metterà seduto in poltrona o se invece, piuttosto, non farà venire il fiatone a più di qualcuno per rincorrermi nell’attivismo politico.
Al Senatore Saccomanno, che ho già citato, e che ha voluto liquidarmi con poche righe, rispondo con altrettanta stringatezza: Non lascio per delusione e sconforto, e questo è già ampiamente spiegato sopra; Il mio mentore, che tutti cercavano quando poteva intervenire per promuovere o porre veti su candidature al Senato o alla Presidenza della Provincia, è stato il primo ad apprendere con stupore, ed ovviamente con felicità per l’esserci maggiormente ritrovati, del mio abbandono di fdi: con lui i patti erano stati chiari, avrei collaborato con Azione Nazionale ma avevo scelto fratelli d’Italia come partito dove candidarmi e fare Politica ; Io non ho mai tenuto il piede in due scarpe in tutta la mia vita, quindi non continuate a confezionare menzogne sul mio conto, esco solo perché mi avete esasperato, relegandomi sempre in un ruolo di secondo piano, e mi avete indotto a farlo ;
Mi vergogno per lui e non posso tacerlo, quando accenna a discorsi di natura economica tirando in ballo “la lira”, e mi vergogno perché:
A) perché ,- dopo aver offerto ripetutamente l’ospitalità del mio circolo per riunioni ed incontri, ospitalità mai accettata, - sono stato il primo e l’unico ad aver sollevato in riunione e pubblicamente il problema dell’esigenza di una sede del partito dove vederci, alla quale avremmo tutti , io per primo è evidente, contribuito, ma il discorso è caduto nel vuoto. Avrei forse dovuto contribuire, io solo, in attesa di chissà quale decisione ancora di la da venire, o magari contribuire per il fitto della sua segreteria Politica? Mah!!! Incomprensibile.
B) Perché parla di denaro a me, che non ho mai avuto incarichi elettivi fortemente retribuiti al par suo, e nonostante ciò dimentica, o finge di non sapere, che sono decenni, precisamente dal 1991, ( quando Mimmo Mennitti uscì dal Msi e si dimise da parlamentare, ed a Brindisi il partito chiuse bottega lasciando tutti noi, all’epoca ragazzi , per strada) che io, pur senza un lavoro fisso, aprii un circolo giovanile, e da allora ad oggi, ho sempre pagato di tasca mia un luogo dove ritrovarmi, con giovani e non, a fare Politica, con tanto di bandiere e insegne che tanto bene fanno a TUTTI gli esponenti del partito, ovunque essi si candidino;
C) Mi cita quale vice portavoce provinciale, ma lo sfido a mostrare UN SOLO comunicato stampa emesso per diffondere la notizia di tale nomina, nota solo a me, a lui e a pochi intimi, - mentre per coordinatori provinciali e cittadini di ieri e di oggi, i comunicati si sprecavano, - segno che la mia presenza è sempre stata tollerata, mai realmente gradita, se non a lui, sicuramente a qualche suo diretto collaboratore/trice; E la sola colpa che gli faccio è quella di non accorgersi di cosa avviene nella sua segreteria;
D) A scanso di equivoci sempre in agguato, farebbe bene a chiarire cosa vuol dire, con la brutta frase “sputa nel piatto dove ha mangiato”, intanto perché i lama sputano, le persone no, soprattutto nei piatti , ma e quel “mangiato” che non mi va giù: in politica capita, sarebbe ipocrita nasconderlo, di poter dare una mano a qualcuno , ma nonostante io non gli abbia mai fatto mancare aiuto e sostegno, dalle elezioni alla Regione a quelle al Senato, sino ai congressi di partito, io non ho mai “mangiato” assolutamente niente, NIENTE !!! ne per me ne per chi mi è vicino da anni, nemmeno un posticino “da autospurgo”, o detto volgarmente “ a spalare cacca” ! Nulla. E le occasioni non sono certo mancate. Si accettano dimostrazioni in senso contrario.
E tutto questo si, che depone male! Ma per lui, non per me. Ancora una volta sono io in credito, non in debito, e non sono io a dovermi vergognare. Sperando di non dover tornare nuovamente sulla questione, che considero chiusa, mi auguro che ognuno torni a fare quello che sa meglio fare, nel migliore dei modi, nell’interesse della Destra, della nostra Città, della nostra Nazione.
Con mille grazie e mille scuse per aver tediato chi legge.
Cesare MEVOLI