In costante sinergia con le direttive rese dal Questore di Brindisi, Dottor Roberto GENTILE, finalizzate alla prevenzione e repressione dei reati in generale ed, in particolar modo, di quelli che ledono ed offendono la persona ed il patrimonio, i poliziotti del Commissariato della Città Bianca traducevano, in regime detentivo, presso la REMS di Carovigno un ostunese, identificato in M.M., classe 1988, raggiunto dal provvedimento restrittivo poiché resosi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della madre.
La misura, a firma del G.I.P., Dottor Maurizio SASO, è stata richiesta dal PM presso la Procura di Brindisi, Dottor Francesco CARLUCCIO, sulla base delle risultanze delle indagini svolte dall’ Ufficio Denunce del Commissariato. Le operazioni di rito sono state dirette dall’ Ispettore Capo Pierino TAMBORRINO e dal Sovrintendente Vitantonio ZIZZI.
Di seguito, i dettagli dell’ indagine: si presentava presso gli uffici del Commissariato una donna del posto, madre dell’ odierno ristretto, per formalizzare denuncia nei confronti del figlio violento. Ai poliziotti la vittima, fortemente scossa, raccontava il suo vero e proprio calvario fatto di soprusi e di violenze, sempre sopportate sulla base della speranza di poter riportare sulla retta via il suo aguzzino. Ma, col passare del tempo, il figlio assumeva sempre più atteggiamenti di inaudita ed incontrollabile ferocia, divenendo ulteriormente aggressivo e pericoloso.
Di fatti, in una occasione, la afferrava per i capelli e le sferrava calci e pugni, colpendola ripetutamente alle gambe e alla testa, minacciandola che l’avrebbe ammazzata nel sonno.
In un'altra circostanza, dopo aver affermato perentoriamente che in casa il padrone era lui, le lanciava addosso un posacenere, non riuscendo a colpirla solo grazie alla prontezza della donna, lesta nell’ evitare il pensante oggetto scagliatole contro. Ormai quotidianamente alla mercé del figlio, la denunciante riferiva inoltre che aveva deciso di dormire nello scantinato della sua abitazione proprio per la paralizzante paura che il figlio potesse picchiarla ed ingiuriarla come era solito fare da tempo. Sul corpo della donna venivano riscontrate numerose ecchimosi ed ematomi riportati durante i diversi episodi di violenza.
Una pericolosità, quella dell’ odierno arrestato che, all’ esito dei riscontri e delle evidenze investigative acquisite dai poliziotti ostunesi, veniva dalla competente Autorità giudiziaria giudicata sussistente anche sul piano sociale. Di fatti l'uomo, dopo aver sfogato la sua collera nei confronti della madre, tendeva a commettere reati, quali furti, borseggi e danneggiamenti, arrecando in più occasioni seri danni a cose e incutendo terrore nei cittadini, spesso vittime delle sue violente e aggressive azioni.
Giudicato, pertanto, socialmente pericoloso poiché non in grado di controllare i suoi impulsi antisociali nonché valutato il concreto ed attuale rischio di ripetizione dei gravi maltrattamenti, se lasciato libero di agire, l'uomo veniva rinchiuso nella Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza di Carovigno ove poter, altresì, seguire un idoneo e quanto mai opportuno programma terapeutico riabilitativo finalizzato ad assicurargli adeguate cure per far fronte alla sua pericolosità sociale.
Per la donna si è trattato della fine di un vero e proprio incubo con la speranza, insita nella difficile scelta di denunciare, di un vero e proprio recupero del figlio.
L’intervento portato a termine dalla Polizia di Stato di Ostuni ha permesso di porre fine alle violenze patite dalla malcapitata ma anche di assicurare alla giustizia un soggetto divenuto ormai una vera e propria minaccia per la collettività, in quanto autore di episodi di micro criminalità particolarmente fastidiosi. Ora, inoltre, potrà beneficiare dei percorsi sanitari necessari nell’ ottica di una sua graduale e regolamentata socializzazione.
I servizi di controllo del territorio di competenza da parte del Commissariato ostunese proseguiranno nei prossimi giorni nell’ ottica della sicurezza generale cui, la cittadinanza è invitata a concorrere con le dovute segnalazioni al numero di emergenza 113 della Polizia di Stato.