“Non Una Di Meno”, appello al Direttore Sanitario dell’ ASL Brindisi per il rispetto della salute sessuale e delle scelte riproduttive.
“Non Una Di Meno”, una realtà emblematica, di come le donne brindisine (e non solo) vadano avanti con orgoglio e determinazione, nel chiedere il rispetto dei propri diritti, della propria vita, di una dignità spesso calpestata. Un gruppo di donne, caparbie ma semplici, protagoniste di diverse manifestazioni, iniziative che colgono nel segno, sul piano della condivisione e della partecipazione.
Come la raccolta firme, avviata da alcuni giorni, con un vero e proprio appello al Direttore Generale della Asl Giuseppe Pasqualone, “per il rispetto della salute sessuale e delle scelte riproduttive.
Una lettera inviata al dott. Pasqualone, in cui “Non Una Di Meno” si presenta e spiega il senso dell’ iniziativa e delle richieste. “Siamo le femministe dell’ Assemblea territoriale “Non una di meno” di Brindisi, impegnate quotidianamente sui temi della salute della donna, in termini di rispetto effettivo delle leggi vigenti e di accesso ai servizi di assistenza e cura. In particolare, oggetto della nostra valutazione e analisi sono l’applicazione reale della legge 194/78 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’ interruzione volontaria di gravidanza”, e il coordinamento tra servizio ospedaliero e consultori territoriali in relazione agli aspetti informativi e preventivi, come da “Piano per la presa in carico delle richieste di Ivg e la definizione di un percorso di integrazione Territorio-Ospedale–Territorio, quest’ultimo rimasto quasi completamente inattuato”.
In sostanza, un vero e proprio appello ad intervenire, una volta per tutte, su una situazione sanitaria che investe anche gravi problemi e risvolti economici. “Perdurando la situazione presente, la cittadinanza è costretta a rivolgersi a strutture private e/o convenzionate (spesso non sufficienti e/o onerose), anche costringendosi a uno spostamento fisico notevole. Il danno economico per i cittadini risulta aggravato dall’ incidenza sulla spesa pubblica e dal maggior costo dell’ intervento presso le strutture private convenzionate”.
La lettera continua, con denunce e segnalazioni: “rileviamo che l’Ospedale Perrino ancora non dispone dell’ organizzazione necessaria a offrire alle donne il parto indolore, prestazione da erogare come Livello Essenziale di Assistenza prevista dal DPCM 12/01/2017. Anche in questo caso, le donne che desiderano affrontare il parto senza dolore sono costrette a rivolgersi alle strutture private a pagamento. Per proseguire verso il raggiungimento dei nostri obiettivi, richiediamo a lei, Direttore Generale della ASL brindisina, un incontro per comunicare le nostre motivazioni e chiederle un impegno vincolante da parte dell’ Istituzione che rappresenta”.
L’ incontro dovrebbe esserci proprio in queste ore. Intanto, queste, in sintesi, le richieste di “Non Una Di Meno”:
1) rispetto della Legge 194, con assunzioni di equipe medica non obiettrice;
2) rispetto della sopradetta Legge, anche in merito all’ informazione sulla salute sessuale e la messa in atto di dispositivi che precedano e limitino la necessità di ricorrere a una IVG;
3) possibilità di fruire del parto indolore come dai recenti LeA., quindi messa in funzione di una sala attrezzata e acquisizione di macchinari e specialisti;
4) rispetto del Piano firmato con i Consultori, quindi Coordinamento e Sostegno economico ed organizzativo, pieno funzionamento degli stessi in proporzione alle necessità della cittadinanza;
5) rispetto delle linee guida “Interruzione volontaria di Gravidanza , con la possibilità di allestire luoghi adatti in pratica all’ accompagnamento della donna in questa pratica abortiva.
Articolo di Ferdinando Cocciolo.