Torna a parlare di “climate change”, la senatrice pugliese del M5S, Patty L’Abbate, dopo l’importante impegno di Katowice dove è stata inviata a rappresentare la delegazione italiana al Cop24, lo scorso dicembre, e lo fa in occasione di un nuovo, decisivo, appuntamento.
Si tratta del “Question time” a Sergio Costa, l’interrogazione in aula al Ministro dell’Ambiente, della Tutela del territorio e del mare, che si terrà domani, 7 febbraio, a partire dalle 15, e che potrà essere seguita in diretta sulla web tv e il canale Youtube del Senato e su Rai 3.
“Al ministro chiederò cosa sta facendo e cosa intende fare a livello nazionale e internazionale in tema di cambiamenti climatici” ha anticipato la senatrice, da poco eletta capogruppo per i 5 Stelle della Commissione ambiente.
“Dopo la missione polacca di dicembre torno a parlare di cambiamenti climatici e dell’importanza che i Governi di ogni Paese si impegnino a seguire le regole comuni del cosiddetto “Rule book”: quel libro guida le cui linee devono necessariamente essere condivise e messe in opera da tutti i Paesi, a partire dal 2020, e che rappresenta l’unico modo di mettere un freno alla deriva che sta prendendo il nostro pianeta in termini di climate change” ha premesso la senatrice.
Già in occasione, appunto, del Cop24 a Katawice, il ministro Costa dichiarò che l’Italia era pronta a dare il suo contributo, a distanza di tre mesi, la senatrice green farà con lui il punto sugli interventi in materia di clima globale.
“La conferenza delle parti sul clima, la Cop24, ha rappresentato una congiuntura importante, in quanto si è svolta in concomitanza con una serie di "scadenze" legate al calendario dell’Accordo di Parigi: la pubblicazione del primo rapporto IPCC sul riscaldamento globale richiesto proprio dalla COP21; l'inizio di quello che viene definito “dialogo facilitativo” per promuovere nuovi impegni di riduzione delle emissioni. Sappiamo che L’IPCC ha presentato, nell'ottobre 2018, il suo speciale report che, per la prima volta, ha valutato gli impatti del cambiamento climatico sul target di 1,5 gradi” ha detto L’Abbate.
Basato su prove e dati scientifici, il documento ha dimostrato che il riscaldamento globale indotto dall'uomo ha già raggiunto 1°C sopra i livelli preindustriali e che sta crescendo, approssimativamente, di 0,2°C a decade. L'IPCC ha confermato che, fermandosi ad un aumento di 1 grado, circa il 4% dei territori globali potrebbero subire dei cambiamenti radicali nell'ecosistema; cifra destinata a più che triplicare (13%) nel caso di un incremento di temperatura pari a 2°C.
“Ecco perché bisogna intervenire e vigilare, io sento profondamente questo compito e domani ascolterò il ministro sulle intenzioni del Governo di cambiare e di farlo insieme agli stati, perché solo insieme si può fare qualcosa per invertire la rotta” ha detto L’Abbate.
Per quanto riguarda, invece, il nostro Paese, “l’Italia si è impegnata nel Piano Clima-Energia, un piano che punta, da un lato alla riduzione delle emissioni, dall’altro alla conversione dell’economia dal carbone alle rinnovabili” ha concluso la senatrice.