Si è tenuto in videoconferenza con la Prefettura di Brindisi l’incontro promosso dalla Confartigianato sul grave problema degli pneumatici fuori uso (PFU) che vengono ritirati con lunghi ritardi presso le officine di tutti i Comuni della provincia brindisina.
“Affrontiamo il problema dei PFU per le officine che riparano e sostituiscono gomme di auto, moto, autobus, camion, trattori, carrelli elevatori, ed ogni altro mezzo per il trasporto, dal novembre 2019, le segnalazioni sui mancati ritiri oggi diventano vere e proprie denunce da parte dei gommisti, per questo motivo Confartigianato se ne è fatta carico ed ha chiesto un intervento urgente alla massima Autorità del Governo, la Prefettura di Brindisi” così ha introdotto i lavori Rino Piscopiello, Direttore di Confartigianato Brindisi per proseguire con una breve relazione sul fenomeno.
Il 26 agosto scorso abbiamo invitato tutti i Sindaci della provincia ad affrontare insieme il problema, ma a tutt’oggi siamo in attesa di un loro riscontro, mentre la Prefettura di Brindisi, a distanza di un solo giorno dalla nostra richiesta del 3 settembre u. s., ha convocato la Regione Puglia – Dipartimento Ecologia e Paesaggio – sezione ciclo rifiuti e bonifiche e la Provincia di Brindisi.
Il fenomeno, da quanto ci consta e ci viene documentato dai nostri associati, si aggraverà e riguarderà ogni Comune dell’intera Puglia, perché segnalazione di stoccaggi oltre misura, di ripetute richieste di ritiri ai Consorzi Nazionali che cadono nel vuoto da mesi, e di discariche abusive ci giungono dai gommisti operativi anche nei Comuni limitrofi della nostra Provincia.
I PFU, rappresentano da sempre un rischio ambientale notevole, già nel 2016 per far luce sul fenomeno che incide sul mercato degli pneumatici nuovi ed usati le Associazioni di categoria, in testa la Confartigianato, e poi le associazioni ambientaliste tra cui Legambiente e tre dei principali Consorzi attivi in Italia nella raccolta dei PFU (Ecopneus, Ecotyre, Greentire) hanno dato vita all’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia prefissandosi due obiettivi:
1 – sostenere e tutelare le aziende sane e gli operatori onesti dalle pratiche illegali,
2 – proteggere gli ecosistemi dagli smaltimenti illeciti.
1 – sostenere e tutelare le aziende sane e gli operatori onesti dalle pratiche illegali,
2 – proteggere gli ecosistemi dagli smaltimenti illeciti.
Emerge che l’inefficienza del sistema di ritiro dei PFU sta arrecando danni economici enormi agli operatori in regola e paralizzando gli stessi gommisti, l’anello debole della filiera, nelle officine finiscono per essere stoccati, nei loro piazzali e magazzini, qualche volta su aree esterne di pubblico passaggio, quantità enormi di PFU che possono generare automaticamente ispezioni e sequestri da parte delle forzi di polizia, Vigili Urbani, ASL, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dei Carabinieri, magari allertati dai cittadini che nulla sanno degli intoppi della filiera, il gommista ne è vittima, riceve oltre al danno anche la beffa.
Alle sollecitazioni delle Associazioni che costituiscono l’Osservatorio il Ministero dell’Ambiente ha risposto con la pubblicazione di un nuovo Decreto, il 182 dell’aprile scorso. Purtroppo il Decreto in questione pur contenendo delle buone novità contiene anche degli errori macroscopici.
Tra le novità positive introdotte si possono segnalare:
- l’introduzione dell’obbligo, per tutti i Consorzi nazionali, di raccogliere i PFU su tutto il territorio rendicontando al Ministero i quantitativi raccolti semestralmente,
- l’introduzione dell’obbligo di gestire PFU corrispondenti alle tipologie di pneumatici immessi nel mercato l’anno precedente,
- l’introduzione dell’obbligo per gli operatori di dichiarare non più solo il peso ma anche il numero dei pneumatici immessi sul mercato,
- l’introduzione dell’obbligo di rispondere alle richieste di raccolta dei PFU da parte dei gommisti in base all‘ordine di arrivo, senza accordare preferenze o priorità a punti di generazione di PFU o a marche in particolare.
Novità interessante dal punto di vista ambientale è inoltre l’introduzione di incentivi per il riciclo della gomma dei PFU che dovrebbe portare ad un ulteriore slancio di un settore che realizza campi in erba artificiale, piste di atletica, superfici polivalenti indoor e outdoor per basket, tennis e pallavolo, pavimentazioni antitrauma per palestre ed aree gioco, superfici per il benessere animale a molto altro ancora.
Tra le novità negative si segnalano un paio di errori che possono compromettere i risultati attesi.
Per evitare che il problema esploda e la situazione diventi ingovernabile nella nostra Regione viene segnalato che è ripartito l’obbligo di raccolta semestrale fra le macro-aree italiane, e a ciascuna è assegnata una percentuale di tonnellate da recuperare, alle tre Regioni Puglia-Basilicata-Calabria è stato assegnato il 10%, pari a circa 10.000 tonnellate, quantitativo non corrispondente minimamente alla produzione dei PFU di questi territori, l’errore di calcolo ci porterebbe a ritiri di PFU inferiori della metà dell’anno precedente, quantitativi che si attestavano solo per la Puglia su oltre 22.000 tonnellate nel 2019.
Altro dato preoccupante, a nostro avviso vero e proprio errore di calcolo anche questo, questa volta causa covid, con il Decreto 23/2020 le quote da ritirare da parte dei Consorzi per il 2020 sono state spalmate a tutto il 2021, soluzione che intaserà ulteriormente sino a bloccarlo il sistema dei ritiri.
“Alla Prefettura di Brindisi abbiamo chiesto ed ottenuto questo impegno, poiché parte del problema è di natura legislativa occorre rappresentare al Governo la necessità di correggere il tiro rapidamente con gli opportuni provvedimenti che riparametrino le quote dei ritiri, ovvero che sgancino dal falso dato della quantità immessa in commercio le quote di ritiro a carico dei Consorzi” è la dichiarazione del Dr. Marco Natillo, responsabile delle categorie di Confartigianato Bari.
La maggiore preoccupazione è stata espressa dal Presidente Provinciale dei gommisti brindisini, Nicola Lusito, “Ritengo grave il disinteresse delle istituzioni, in particolare dei Comuni che più volte sollecitati, non rispondono con la dovuta attenzione quando il problema riguarda la sicurezza pubblica e la salute dei cittadini, prevenire disastri ambientali per incendi che possono essere anche di natura dolosa come quello della TAF Pneumatici del marzo 2011 è un dovere di ogni Sindaco, Assessore all’Ambiente o Dirigente di qualsiasi pubblica amministrazione che ha competenze in materia di rifiuti, non secondario deve essere il fatto che alcune aziende con una media di 5 dipendenti rischiano di chiudere.”
I rappresentanti della Confartigianato, in conclusione, hanno aggiunto due ulteriori richieste per la Prefettura, vigilare sull’operato dei consorzi di recupero dei PFU e valutare con i Sindaci l’interesse ad aprire centri di raccolta temporanei di PFU che possano sopperire ai mancati ritiri da parte dei consorzi.
Infine hanno ringraziato il Vice-Prefetto Dottoressa Maria Antonietta Olivieri ed il Vicecapo di Gabinetto Dott. Michelangelo Montanaro per l’interessamento e per l’impegno assunto in merito alle richieste inoltrate a nome di tutta la categoria.