Inizio di anno sereno per 38 famiglie che occupano altrettante case nel complesso di Acque Chiare, sul litorale nord di Brindisi.
L’amministrazione comunale di Brindisi ha deciso di non emanare l’ordinanza di sgombero ma di consentire la permanenza alle 38 famiglie, previo pagamento degli oneri abitativi ordinari, in via temporanea, in attesa dell’esito del ricorso della società Acque Chiare contro la sentenza della Corte di Cassazione
Si legge nella note: “è stato appurato che gli occupanti in questione detengono le singole villette senza poter dimostrare l’esistenza di un valido titolo legittimante, pur ritenendo gli stessi di giustificare il proprio possesso in virtù di atti preliminari di compravendita che sarebbero stati a suo tempo sottoscritti con la fallita società Acque Chiare con la forma della scrittura privata”.
Allo stesso tempo, tuttavia, il curatore fallimentare della società, Massimo Bellantone, avvisava il comune “a non adottare iniziative di qualsiasi genere, nelle more delle citate attività giurisdizionali, che potrebbero nuocere alla integrità ed al valore dei beni immobili in parola, poiché non è affatto escluso che gli stessi, a breve termine, possano rientrare nella disponibilità della proprietà ed a tutela della massa creditoria del Fallimento Acque Chiare”.
Nel frattempo, tuttavia, tramite il proprio legale, il Condominio Residence Acque Chiare ha richiesto al Comune il pagamento delle spese di gestione relative alla parte del villaggio passata nella proprietà dell’ente e dunque anche sulle villette occupate “senza titolo”, per poco meno di 120mila euro.
Si legge in una recente delibera di giunta : “Rilevata la presenza di elementi, di fatto e di diritto, particolarmente complessi e controversi, in ordine alla individuazione degli atti che questa amministrazione è tenuta ad adottare per la miglior tutela dei propri interessi pubblici e per il pieno rispetto della legalità, è stata instaurata una profonda (e prolungata) interlocuzione su tale questione tra i dirigenti comunali competenti, il signor segretario generale e il signor assessore con delega al Patrimonio e agli Affari legali, avvocato Masiello”.
In sintesi, le due scelte per dirimere la questione erano di ordinare lo sgombero delle 38 villette occupate con il pagamento di una indennità di occupazione in 549 euro mensili circa, per complessivi 23mila euro, oppure autorizzare temporaneamente gli occupanti a rimanere all’interno delle villette, “con obbligo di assumere gli oneri di custodia e manutenzione."