Il carciofo Brindisino, produzione principale del territorio , è stato spodestato da “re” e lo scenario si fa sempre più triste a causa della congiuntura economica decisamente avversa. «Crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari con aumenti record del 25,1% in un anno per gli ortaggi, mentre la frutta cresce del 6,5%, ma è crisi profonda nei campi dove bisogna vendere 7 chili di carciofi per comprare un caffè » è stata la denuncia di Coldiretti Puglia in queste ore, che mette subito in evidenza come il prezzo dei carciofi sia in caduta libera nelle campagne pugliesi, «con prezzi inaccettabili fino a 18 centesimi per un mercato freddo, insudiciato allo stesso tempo dalle importazioni di prodotti esteri dalla Tunisia e dall’Egitto, mentre le imprese agricole sono soffocate, tra l’altro, dall’aumento esponenziale degli alti costi di produzione».
«Inaccettabile il crollo dei prezzi di oltre il 70% per il carciofo violetto di Brindisi, il “francese”, prodotto pregiato che oggi vede precipitare le quotazioni fino a 0,18 euro, anche per la concorrenza spietata delle selvagge importazioni dall’estero di prodotto di dubbia qualità da Tunisia ed Egitto – denuncia il presidente della Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis Angelini -. Il prodotto pregiato già in questa prima decade di gennaio, pur di non buttarlo via, sta finendo nell’industria di trasformazione. Una situazione inaccettabile in uno scenario di crisi che va affrontato con più serietà senza speculare sugli anelli più deboli della filiera, agricoltori e consumatori”.
Secondo Coldiretti Puglia “lo scenario è aggravato dal clima impazzito che mette a repentaglio la produzione, con gli agricoltori che devono salvare il prodotto dal clima umido e dallo scirocco, con temperature sopra la media stagionale”. E non si tratta di prodotti banali, perché in Puglia si producono 1.245.400 quintali di carciofi «di cui 475.000 nella sola provincia di Brindisi, una delle zone più vocate per i carciofi di qualità, tanto da essersi assicurata il riconoscimento comunitario della IGP (Indicazione Geografica Protetta) per il carciofo di Brindisi».
Bisogna dire che il Carciofo brindisino ha una voce nell’Enciclopedia Treccani e che, come patrimonio culturale e non solo economico, merita un’adeguata tutela. «Carciofo Brindisino IGP. Indicazione geografica protetta dell’ortaggio fresco della specie Cynara cardunculus sottospecie Scolymus (L.), riconducibile all’ecotipo del carciofo brindisino, prodotto in alcuni comuni della provincia di Brindisi, nella regione Puglia. Il prodotto ha una stagionalità precoce e presenta capolini cilindrici con foglie esterne verde-violaceo e interne bianco-verdastre».