“Alla Asl Brindisi non basta l’onestà per far girare le cose. Quella c’era certamente in Roseto, ottima persona e professionista, ma il sistema del potere stratificatosi negli anni, in molti casi paradossalmente estraneo ai malati e alla malattia, è congegnato in modo da schiacciare ogni buona intenzione, se non si ha un piglio da dittatore della legalità e del buon governo. Serve subito una persona esterna alla dirigenza ordinaria della Asl e possibilmente non brindisina, impermeabile alle continue esigenze di organizzazione aziendale, spesso usata per sistemare la gerarchia del potere reclamato senza alcun merito.
Una personalità aperta al confronto con tutti, ma un confronto breve e concludente, insensibile al ricatto della mobilitazione o del sabotaggio in caso di mancato appagamento di interessi o aspirazioni di singoli o gruppi.
Un manager con un buco di memoria su chi l’ha nominato e sul suo cerchio magico, inflessibile nei procedimenti di disciplina relativi al mancato rispetto dei budget di spesa assegnati e dei cronoprogrammi di realizzazione dei programmi di miglioramento e innovazione.
Un cittadino disponibile a rispettare i politici interessati a migliorare le prestazioni, contribuendo a reperire risorse e facilitare le procedure amministrative per la realizzazione delle opere e degli investimenti, e a cacciarli in caso di tentate interferenze su concorsi, gare, procedure di reclutamento e atti di organizzazione.
Un essere umano con l’ossessione per le liste d’attesa, con il foglio Excel dei numeri del dolore sempre aperto, capace di severità, in caso di mancato allineamento dei tempi tra attività istituzionale e a pagamento, e di rigore nell’indirizzare i fondi aggiuntivi al numero di prestazioni eseguite e non alle ore lavorate.
Chi c’è in questo identikit? Ovvio. Una persona in grado di fare piazza pulita dei maggiori vizi generalmente presenti nella Asl di Brindisi e in tutte le Asl pugliesi.”