“ Il grande progetto su cui Brindisi sta lavorando da anni è quello della New Arena: sì, perché se non ci fossero stati in questi anni una pandemia e una guerra forse staremmo parlando d'altro.
Dal business plan fatto a fine 2019 c'è stato un prezzo medio di aumento degli appalti del 30%, quindi stiamo cercando di risolvere un gap economico importante.
Il palazzo è stato inserito nelle opere del Giochi del Mediterraneo di Taranto 2026, quindi potremmo effettuare migliorie che ci consentiranno di concludere l'opera al più presto. La prima pietra? Spero entro sei mesi”.
“Ho cercato di portare la mia esperienza di imprenditore e di aziendalizzare una società sportiva che in quegli anni non aveva ancora iniziato il suo percorso”, continua Marino, “non dimentichiamo che, quando sono entrato, Brindisi era appena salita in A, ma poi subito retrocessa.
Con un gruppo di amici capimmo che per fare la Serie A non bastano i giocatori: solo quelli non ti portano lontano. Servono idee, staff, organizzazione. Ricordo bene con Santi Puglisi la scelta di Piero Bucchi come allenatore, serviva una persona di grandissima esperienza per iniziare quel percorso che poi è stato avviato.
Ora siamo un club di primo livello e posso dire con orgoglio che mio figlio Tullio, g.m., il d.s. Simone Giofrè e il tecnico Frank Vitucci sono un trio che farebbe le fortune dei top club non sono italiani ma europei.
Foto legabasket.it