Ceglie Messapica- Durante la prima udienza del processo d'appello sull'omicidio di Sonia Nacci, il procuratore generale Salvatore Cosentino ha chiesto la conferma della sentenza emessa in primo grado. La corte d'assise di Brindisi, presieduta da Genantonio Chiarelli, aveva condannato i tre imputati per omicidio aggravato in concorso: Giovanni Vacca e l'ex compagna Daniela Santoro sono stati condannati a ventiquattro anni di reclusione ciascuno, mentre il figlio Christian Vacca, a cui sono state riconosciute delle attenuanti, è stato condannato a quattordici anni di reclusione.
La sentenza aveva anche previsto il pagamento delle spese processuali e di mantenimento in carcere da parte dei condannati. Inoltre, i tre sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e condannati al risarcimento dei danni per le parti civili. È stata stabilita una provvisionale immediatamente esecutiva di centomila euro per G. N. (figlio minorenne di Sonia Nacci) e ventimila euro per G. N. (padre di Sonia Nacci).
Le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo Operativo Radiomobile della compagnia di San Vito dei Normanni hanno smontato gli alibi di Giovanni Vacca e del figlio Christian, difesi dagli avvocati Giuseppe e Cosimo Deleonardis, così come quelli della ex compagna di Vacca padre, Daniela Santoro, difesa dall'avvocato Danilo Cito.
Sonia Nacci è stata vittima di un violento pestaggio la sera del 21 dicembre 2020, che ha causato la rottura della milza a causa di martellate, calci, pugni e la sua testa contro il muro. È stata trasportata all'ospedale di Francavilla Fontana intorno alle 2:30 del 22 dicembre, ma le sue condizioni si sono aggravate. È morta il 22 dicembre nel reparto di rianimazione dell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto a causa di uno "Shock traumatico a larga componente emorragica".