Ci sarebbe da dire “da che pulpito vien la predica”. Ebbene sì, da un componente della precedente amministrazione, passata alla storia per la sua tendenza a bloccare ogni tipo di sviluppo per la città, soprattutto in tema di portualità. Siamo stati scelti dagli elettori per dare seguito a quanto previsto nel nostro programma elettorale e così stiamo facendo. Sono , come lo è il vicesindaco Oggiano, convinta sviluppista e persone coerenti. La nostra agenda politica non è dettata da alcuna sfrenata ideologia, come lo è stata quella dell’amministrazione Rossi, che ha penalizzato il nostro porto scatenando nell’intero sistema economico della città una tangibile decrescita. Un dato sconfortante che merita di essere citato è l’emorragia di capitale umano, di circa 1000 residenti che la città perde ogni anno dal 2018. Vogliamo fermare questo andamento, attraendo investimenti che possano intervenire in maniera netta sul tessuto economico e sociale.
La compagine di maggioranza della scorsa legislatura ha letteralmente bloccato gli investimenti, tra cui la cassa di colmata, capo bianco, il piccolo monoblocco di costa morena, necessario per accogliere i turisti. Anche l’investimento green delle pale eoliche, che avrebbe potuto portare migliaia di occupati, a causa dell’ostruzionismo passato, si sta indirizzando verso Taranto, lasciando a Brindisi il costo dell’impatto delle torri sulla nostra costa.
I ritardi e la politica dei “no” causati dall’amministrazione Rossi ci sono costati cari, a tal punto da condizionare la scelta di Costa crociere di lasciare il porto di Brindisi per privilegiare quello di Taranto.
Il futuro del porto di Brindisi per il capogruppo di Fratelli d’Italia e il vicesindaco Oggiano è una questione molto seria. La decarbonizzazione è imminente, e sebbene l’ambiente ne profitterà si poterà via molti posti di lavoro unitamente a imponenti flussi finanziari. L’argomento è serissimo: settembre i traffici legati al carbone si affievoliranno, e con ogni probabilità nel 2024 cesseranno del tutto. Il progetto di Enel logistic è tutto a venire. Mentre è certo che lavoratori impegnati nel ciclo portuale, che si estende a rimorchiatori, piloti, ormeggiatori ne risentiranno. Verranno meno circa 70 scali, con le connesse operazioni portuali, e milioni di tonnellate di merce. Verrà meno anche il relativo introito a servizi delle infrastrutture dello scalo. Di fronte a tale scenario Edison è l’unico investimento reale e concreto, che genererà 250 posti di lavoro durante la costruzione dell’impianto è almeno 180 in esercizio (30 diretti, e almeno 150 indiretti i dati sono facilmente reperibili in rete). Mentre permette da subito di garantire gli operatori impegnati nei servizi tecnico-nautici prevedendo almeno 65 scali all’anno, e quindi compensando l’assenza delle carboniere. Un investimento che occupa un’area neanche tanto grande nel porto, meno di tre ettari. Il flusso finanziario della concessione Edison è peraltro necessario per garantire la realizzazione delle importanti opere in cantiere. Come è noto, non sono integralmente finanziate dal PNRR e pertanto potrebbero generare costi extra. Questi i fatti, perché a noi piace confrontarci sui contenuti reali. Il resto è fango, mistificazione, allarmismo e becera propaganda. L’amministrazione Marchionna è al lavoro per lo sviluppo delle infrastrutture portuali, come promesso ai cittadini, e con coerenza continuerà a fare le scelte più giuste per la crescita della nostra città.
CAPOGRUPPO FRATELLI D’ITALIA
M.Lucia Vantaggiato