Al centro di tutto c’è il reddito delle imprese agricole: senza quello, le aziende arretrano, non investono, non assumono e rischiano di chiudere. Ecco perché, di fronte alla crisi dell’agricoltura italiana acuita dalla guerra, gli agricoltori pugliesi, assieme a quelli provenienti da ogni altra parte d’Italia, domani, giovedì 26 ottobre, a Roma chiederanno al Governo un Piano Agricolo Nazionale con misure che difendano il reddito e rilancino il comparto. L’appuntamento è in Piazza Santi Apostoli, alle 9.30.
É lì che manifesteranno anche gli agricoltori che arriveranno nella capitale da tutte le province della Puglia, arrivando con pullman organizzati da Bari e Bat, Brindisi, Foggia, Lecce e Taranto.
UN PIANO AGRICOLO NAZIONALE. “Il Piano Agricolo Nazionale, negli anni, è stato sempre annunciato e mai realizzato”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani.
“Occorre riconoscere il giusto valore ai prodotti agricoli e al lavoro dei nostri agricoltori, questo è il primo passo da compiere per ridistribuire i profitti che oggi sono esclusivo appannaggio di GDO e parte industriale”, aggiunge Sicolo.
Nel Piano Agricolo Nazionale che gli agricoltori chiedono al Governo ci sono anche le azioni necessarie a riformare le gestione del rischio: sia rispetto alla crisi di mercato sia per ciò che attiene alle nefaste conseguenze dei cambiamenti climatici.
CONCORRENZA ESTERA. Con quali standard di sicurezza alimentare e di rispetto del lavoro producono le nazioni da cui provengono tonnellate di prodotti agricoli importati in Italia? Quei paesi rispettano gli stessi standard a cui si attengono gli agricoltori Italiani? Purtroppo, nella maggioranza dei casi, la risposta è “no”. Regole meno stringenti regalano un vantaggio competitivo ingiusto a molti sistemi produttivi extraeuropei. Governo nazionale e Unione Europea devono lavorare affinché ci sia reciprocità e uniformità delle regole.
FAUNA SELVATICA. “É necessario ripristinare una situazione di equilibrio ambientale che da molti anni non c’è più. I cinghiali sono diventati un esercito fuori controllo. Distruggono tutto ciò che incontrano sul proprio cammino. Il problema è enorme”, dichiara Gennaro Sicolo.
“Le specie selvatiche che hanno alterato la situazione di equilibrio preesistente sono molte. Risolvere il problema non è semplice”, aggiunge il presidente di CIA Puglia, “ma bisogna iniziare ad affrontarlo seriamente, con determinazione, perché i danni sono davvero ingenti e, nel caso dei cinghiali, stiamo pagando anche un tributo altissimo in termini di vite umane, a causa degli incidenti automobilistici causati da questi animali fuori controllo”.
RISORSA IDRICA. Un altro tema caro agli agricoltori è quello dell’utilizzo irriguo dell’acqua. Negli ultimi anni, la siccità si è presentata in maniera devastante su tutto il territorio nazionale. La scarsità di precipitazioni è un problema anche sul territorio pugliese. “Occorre sostenere la ricerca scientifica e l’implementazione di tecnologie per il risparmio idrico e l’ottimizzazione dell’uso di ogni singola goccia d’acqua, allo stesso tempo bisogna lavorare alle infrastrutture: depuratori per il riutilizzo delle acque reflue, nuove dighe e risanamento delle reti colabrodo”.
MANODOPERA. Regole semplici, flessibilità, una normativa che favorisca le nuove assunzioni in agricoltura incentivandole anche attraverso un abbassamento della tassazione e degli oneri contributivi adeguandoli alla media europea. É quanto chiedono gli agricoltori per affrontare un problema, la scarsità di manodopera, riattivando un circolo virtuoso anche dal punto di vista occupazionale. “Saremo in tanti a Roma, da tutta la Puglia: Parlamento e Governo devono ascoltare la voce degli agricoltori”, conclude Sicolo.