BRINDISI, SALUTE - Da circa un mese leucemie linfoblastiche, non rispondenti alle terapie convenzionali, hanno accesso alla recente metodologia di trattamento in campo onco-ematologico denominata Car-T.
Ma come funziona la terapia CAR-T?
Per quanto riguarda il funzionamento della terapia CAR-T, i pazienti idonei vengono sottoposti a leucaferesi per isolare i globuli bianchi, inclusi i linfociti T. Le cellule del paziente vengono quindi modificate geneticamente inserendo un frammento di DNA tramite un virus inattivato, che codifica per la proteina ibrida CAR. È essenziale espandere il numero di cellule T modificate geneticamente affinché siano sufficienti per essere somministrate al paziente, una volta immunodepresso per favorire il corretto funzionamento antitumorale. La terapia è somministrata in un'unica occasione e le percentuali attuali dicono che guarisce il 50 % degli ammalati.
Attualmente, il costo del trattamento è elevato per il sistema sanitario, per cui Teresa Calamia, direttrice del Dipartimento Farmaceutico del Perrino, ha sollecitato la Regione a prevedere un'apposita voce di spesa per il Car-T, sottolineando l'importanza di continuare gli investimenti regionali per evitare costi legati alla mobilità passiva dei pazienti. Infatti è stata evidenziata a sua sostenibilità finanziaria a lungo termine.
Giovanni Gorgoni, direttore generale dell'Aress e già commissario straordinario dell’Asl di Brindisi, ha ribadito che il Car-T non rappresenta solo una delle tante tecniche innovative, ma è cruciale nello scenario della cura del cancro e che l'intelligenza artificiale potrà accelerare l'efficacia delle terapie.