Dopo la presentazione del piano industriale di Enel 2024-26 presentato ieri, 22 novembre, dall'amministratore delegato Flavio Cattaneo, dove non si parla di alcun progetto per la centrale Federico II di Cerano, il commissario regionale di Forza Italia , l’On. D’Attis, ha scritto quanto segue:
“Ho atteso pazientemente e in silenzio, ma ora ritengo che sia arrivato non solo il momento di parlare, ma di reagire: dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’Enel sulla centrale di Brindisi, con cui ha escluso la riconversione, abbiamo di fatto appreso che non c’è alcun vero piano industriale per il sito, se non vaghi progetti per il futuro.
Lo dico con chiarezza: non ci stiamo.
Non ci stiamo e non escludo ci possano essere azioni amministrative forti anche da parte del Sindaco di Brindisi affinché Enel chiarisca i dettagli della sua presenza per il futuro. L’AD Cattaneo chiama in causa il Governo il cui intervento a questo punto è indispensabile.
Nessuno, ENEL compresa, deve dimenticare quanto Brindisi abbia dato in termini di produzione energetica per il Paese e oggi sarebbe inaccettabile assistere alla desertificazione del sito industriale senza alcuna alternativa seria e positiva per il futuro”.
“Ho atteso pazientemente e in silenzio, ma ora ritengo che sia arrivato non solo il momento di parlare, ma di reagire: dopo le dichiarazioni dell’amministratore delegato dell’Enel sulla centrale di Brindisi, con cui ha escluso la riconversione, abbiamo di fatto appreso che non c’è alcun vero piano industriale per il sito, se non vaghi progetti per il futuro.
Lo dico con chiarezza: non ci stiamo.
Non ci stiamo e non escludo ci possano essere azioni amministrative forti anche da parte del Sindaco di Brindisi affinché Enel chiarisca i dettagli della sua presenza per il futuro. L’AD Cattaneo chiama in causa il Governo il cui intervento a questo punto è indispensabile.
Nessuno, ENEL compresa, deve dimenticare quanto Brindisi abbia dato in termini di produzione energetica per il Paese e oggi sarebbe inaccettabile assistere alla desertificazione del sito industriale senza alcuna alternativa seria e positiva per il futuro”.