Brindisi - Amici, segnatevi questa data: martedì 28 novembre, dalle 9.00 alle 12.00, c'è un evento imperdibile alla Sala Conferenze del Coordinamento Territoriale ARPAL Puglia di Brindisi, in Via Tor Pisana 114.
Che succede? Beh, si tratta dell'ufficializzazione della firma del protocollo di adesione al Progetto "R.I.VI.VI." da parte di ARPAL Puglia – Centri per l’Impiego di Brindisi. Un passo importante, confermato dall'Atto Dirigenziale n. 895 del 26/10/2023.
Ma cos'è questo R.I.VI.VI.? Niente di meno che "Riconquista dell’indipendenza per le donne vittime di violenza". Lo ha spiegato la Dott.ssa Claudia Claudi, Dirigente dell’U.O. Coordinamento Centri per l’Impiego Taranto – Brindisi, sottolineando quanto sia fondamentale mettere l'attenzione su un tema così attuale e spesso trascurato. L'obiettivo è creare una rete operativa solida, un punto di riferimento reale per l'inclusione lavorativa delle donne vittime di violenza di genere. Insomma, una vera e propria mission per sensibilizzare la società su una realtà che spesso viene messa in secondo piano.
La Dott.ssa Anna Loparco, Responsabile Unico P.O. dell’Ambito territoriale di Brindisi e Provincia, conferma l'impegno preso dopo l'incontro di presentazione di R.I.VI.VI. tenutosi lo scorso maggio. Per lei, questa iniziativa è un modo concreto di supportare le fasce sociali più deboli e svantaggiate, un altro tassello importante nel percorso che i Centri per l’Impiego stanno tracciando per essere un vero punto di riferimento per i cittadini e le loro esigenze.
Il progetto R.I.VI.VI., promosso dai Centri per l’Impiego di ARPAL Puglia, ha l'obiettivo di collaborare con Centri Antiviolenza, Case di Rifugio e Ambiti Territoriali sociali per facilitare l'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza e dei figli conviventi. Un modo per offrire un percorso sicuro e agevolato, garantendo supporto e mediazione per collegare domanda e offerta di lavoro.
La Dott.ssa Marina D'Amato, Specialista in Mercato del Lavoro e referente del programma per l'Ambito di Brindisi, sottolinea l'importanza di contribuire a creare una nuova vita per chi è intrappolato nel circolo vizioso dell'oppressione. Per loro, questo non è solo un lavoro burocratico, ma un modo concreto di essere d'aiuto alle donne vittime di violenza.