Michele Misseri, il contadino legato tristemente al caso di cronaca nera che scosse l'Italia nel 2010, si prepara al ritorno alla libertà a febbraio, grazie a una riduzione di pena per buona condotta e alle disposizioni legislative che hanno portato ad una diminuzione di 400 giorni rispetto alla pena iniziale.
. Zio di Sarah Scazzi, la giovane di 15 anni brutalmente uccisa ad Avetrana, in provincia di Taranto, Misseri ha quasi completato la sua condanna di otto anni di reclusione per la soppressione del cadavere della nipote.
Misseri, noto come 'zio Michele', ha trascorso il suo periodo di detenzione nel carcere di Lecce dimostrando buon comportamento, evitando richieste di permessi e dedicandosi a piccoli lavori di falegnameria o giardinaggio.
La morte di Sarah Scazzi, avvenuta nell'estate del 2010, ha portato a un complesso processo in cui Misseri è stato coinvolto per il suo ruolo nel trasporto e occultamento del cadavere, ma non nell'omicidio.
Secondo le fasi processuali, Michele Misseri non ha avuto un coinvolgimento diretto nell'uccisione di Sarah. Sua moglie, Cosima Serrano, e la figlia Sabrina sono state condannate all'ergastolo per l'omicidio, accusate di aver strangolato la giovane e occultato il corpo in un pozzo in campagna, un compito che Misseri avrebbe eseguito. La sua confessione iniziale è stata ritrattata, suggerendo il coinvolgimento della figlia nel litigio fatale con la cugina Sarah, ma le autorità giudiziarie non hanno accettato tale versione.
Ancora oggi, Michele Misseri continua a dichiararsi responsabile dell'uccisione della nipote, una posizione non riconosciuta dalle autorità che hanno seguito il caso nel corso delle diverse fasi processuali.