COLDIRETTI PUGLIA - Buon lavoro ad Antonio Decaro, nominato presidente della commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento Europeo, una sfida importante soprattutto rispetto agli effetti dei cambiamenti climatici che mettono sempre più a rischio la produzione agricola, con gli agricoltori che rappresentano il primo presidio ambientale. Ad affermarlo il presidente ed il direttore di Coldiretti Puglia, Alfonso Cavallo e Pietro Piccioni, garantendo pieno sostegno al neo nominato presidente Decaro, nell’ottica di una collaborazione proficua, anche per dire basta all’irragionevole contrapposizione tra agricoltura e ambiente che ha segnato sul fronte ambientale la precedente legislatura.
Negli ultimi anni, infatti, a livello europeo si è alimentata una visione ideologica e irrealistica – sottolinea Coldiretti Puglia - che metteva in contrapposizione agricoltura e ambiente quando, invece, è proprio la presenza delle aziende agricole a garantire una costante tutela del territorio dai pericoli legati al dissesto come agli incendi. Basti ricordare che il 55% della superficie italiana è gestita e custodita proprio dagli agricoltori, ‘sentinelle’ a disposizione della collettività.
Ma in tema di sicurezza alimentare tra i vari dossier sul tavolo uno dei più pericolosi per l’agricoltura tricolore e la salute dei cittadini è quello legato al Nutriscore, il sistema di etichettatura che “recensisce” i prodotti alimentari utilizzando i colori del semaforo, giallo, rosso e verde per indicare la salubrità dell’alimento, concentrandosi solo su alcune sostanze nutritive come zucchero, grassi e sale, ma senza tener conto delle quantità assunte. Un sistema sostenuto dalle multinazionali che penalizza prodotti simbolo della Dieta Mediterranea e che è stato sino ad oggi adottato da Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, mentre il Portogallo ha fatto da poco marcia indietro, grazie anche all’azione dell’Italia.
Si tratta soprattutto di un sistema ingannevole che marchia col bollino rosso eccellenze del made in Italy, mentre lo stesso olio extravergine d’oliva, elisir di lunga vita, “viaggia tra la “C” e la “B”. Al contrario, cibi ultraprocessati di cui spesso non è nota neppure la ricetta vengono promossi a pieni voti col bollino verde e la lettera “A”. Un evidente tentativo di un pugno di oligarchi di mettere le mani sull’alimentazione mondiale, omologandola e sostituendo specialità da secoli presenti sulle tavole con prodotti di sintesi.