L’emendamento al ddl sicurezza del governo rischia di cancellare migliaia di imprese in Italia impegnate nella coltivazione della cannabis light, mandando in fumo anche centinaia di posti di lavoro in agricoltura a Brindisi e nel Salento. Questa decisione, priva di una solida base economica, si configura come una presa di posizione ideologica che danneggia gravemente un settore in crescita, favorendo le grandi multinazionali a discapito delle piccole e medie imprese italiane.
Il provvedimento, che equipara la cannabis light alla cannabis con THC psicoattivo, ignora totalmente le evidenze scientifiche e le normative europee. In Italia, il settore della canapa ha visto negli ultimi anni un significativo sviluppo, con investimenti importanti che ora rischiano di essere completamente vanificati. Nella sola provincia di Brindisi, sono 61 le aziende a rischio chiusura, e la perdita di questi posti di lavoro rappresenterebbe un duro colpo per l’economia locale.
A livello europeo, altri Paesi hanno adottato un approccio diametralmente opposto. La Germania, ad esempio, ha regolamentato l’uso ricreativo della cannabis e sostiene attivamente il settore della canapa, riconoscendo il suo valore sia economico che sociale. L’Unione Europea considera legale il CBD e le infiorescenze di cannabis light con un contenuto di THC inferiore allo 0,2%, e l’emendamento italiano si pone in evidente contrasto con queste normative, esponendo il nostro Paese al rischio di sanzioni.
La canapa è una pianta di straordinaria versatilità, con applicazioni che spaziano dall’industria tessile a quella alimentare. Nel settore tessile, la canapa rappresenta una risorsa sostenibile per la produzione di fibre naturali biodegradabili, mentre nel settore alimentare, i suoi semi sono utilizzati per produrre alimenti ricchi di proteine e acidi grassi essenziali. Bloccare la raccolta e l’uso delle infiorescenze di canapa significa rinunciare a un potenziale economico enorme e distruggere un’intera filiera che ha dimostrato di poter coniugare innovazione, tradizione e sostenibilità.
La decisione del governo appare non solo anacronistica, ma anche strumentale, con il rischio di mettere in ginocchio un importante settore economico. Gli investimenti fatti dagli imprenditori agricoli e i numerosi posti di lavoro creati negli ultimi anni rischiano di essere spazzati via da una misura che non tiene conto delle reali esigenze del Paese e delle potenzialità di sviluppo offerte dalla canapicoltura.
La CGIL e la FLAI di Brindisi ritengono fondamentale che il governo ritiri immediatamente l’emendamento e di adotti un approccio più razionale e in linea con le normative europee. È essenziale proteggere le aziende italiane, specialmente quelle del Salento e di Brindisi, che hanno investito tempo e risorse in un settore innovativo e sostenibile. Continuare su questa strada significherebbe distruggere anni di lavoro e sacrifici, favorendo solo le grandi multinazionali a discapito del tessuto economico locale.
Ora, è necessario tutelare tutta la filiera interessata ma occorre stare al fianco delle aziende agricole e soprattutto dei lavoratori, lottando per difendere il loro diritto a un futuro sostenibile e prospero. Non possiamo permettere che interessi esterni mettano a rischio il futuro delle nostre comunità e del nostro territorio.
Antonio Macchia (Segretario Generale Cgil Brindisi)
Gabrio Toraldo (Segretario Generale FLAI CGIL BR)