Legambiente, report Ecosistema Urbano 2024: Brindisi è seconda in Puglia, 71ª in Italia

lunedì 28 ottobre 2024

I dati di Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore sulle performance ambientali delle città. 

Reggio Emilia migliore città, sui 106 capoluoghi, per performance ambientali supera Trento e Parma al secondo e terzo posto.

In Italia le città con le migliori performance ambientali si concentrano al nord, mentre sud e centro della Penisola faticano a tenere il passo. A restituire una fotografia puntuale è la nuova classifica stilata da Ecosistema Urbano 2024, il rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore – sui 106 capoluoghi di provincia per performance ambientali. Quest’anno la Regina green della vivibilità ambientale urbana è Reggio Emilia.

 
Sono 20 gli indicatori di Ecosistema Urbano. Derivano tutti da dati originali raccolti da Legambiente, ad eccezione della disponibilità di verde urbano (dato ISTAT), tasso di motorizzazione e incidenti stradali (dati ACI e ACI-ISTAT), uso efficiente del suolo (elaborato da Legambiente su dati ISPRA). Da quest’anno, inoltre, i dati sulla qualità dell’aria provengono dal Rapporto Mal’Aria che Legambiente realizza a partire dai dati ARPA regionali. L’insieme degli indicatori selezionati per la graduatoria complessiva dei 106 capoluoghi esaminati nel report copre sei principali componenti ambientali presenti in città: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano, energia. Vengono così valutati tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale. I parametri, in particolare, prevedono l’assegnazione di un punteggio massimo teorico di 100 punti, costruito caso per caso sulla base di obiettivi di sostenibilità. I punteggi assegnati per ciascun indicatore identificano il tasso di sostenibilità della città reale rispetto a una città ideale (non troppo utopica visto che esiste almeno un capoluogo che raggiunge il massimo dei punti assegnabili per ognuno degli indici considerati).

 
Dal rapporto emerge quindi l'immagine di un'Italia che viaggia a due velocità, con il Sud che arranca rispetto al Nord. E lo dimostrano anche i risultati relativi alla Puglia. Nella classifica generale, infatti, su 106 capoluoghi, Lecce è al 58° posto, la migliore tra le pugliesi, seguita da Brindisi al 71°, Taranto al 79° ed ancora Foggia che occupa l'84° posto. In ultima posizione in Puglia c'è Bari all'89° posto.

Analizzando più nel dettaglio, Lecce risulta essere tra le città italiane migliori in termini di dispersione della rete idrica, insieme a Pavia e Milano, riuscendo a contenere le perdite entro il 15%.

La città di Foggia è invece tra le peggiori d'Italia in termini di trasporto pubblico, con una media di 10 passeggeri per abitante; mentre, per quanto riguarda la produzione di energia rinnovabile è ferma quasi a zero. Insieme alla città di Palermo, Foggia è tra gli ultimi posti nella raccolta differenziata, con una soglia che va al di sotto del 20%. Brindisi, infine, risulta essere tra le peggiori d'Italia nell'uso efficiente del suolo.

In generale, le città pugliesi non registrano risultati particolarmente negativi in termini di qualità dell'aria. Relativamente alle concentrazioni di PM10, delle 98 città capoluogo di provincia di cui si è potuto risalire al dato per il PM10, nessuna ha superato il limite normativo previsto (40 µg/mc), fenomeno che ormai si verifica da diversi anni a questa parte. Le città con i valori medi più elevati sono tutte nel Nord Italia. Stessa cosa dicasi per le concentrazioni di PM2.5 e di Ozono.

Sostenibilità a due velocità e Green Deal: La fotografia scattata da Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente mette in evidenza come in Italia le performance ambientali delle città viaggino a velocità e con tempi di applicazione troppo diversi e su cui occorre accelerare il passo. A pesare sulle performance ambientali i ritardi nel contrasto alla crisi climatica, i problemi cronici irrisolti - come smog, inquinamento, consumo di suolo - i ritardi su rigenerazione urbana, efficienza energetica, mobilità sostenibile, e poi gli impatti dell’overtourism. Temi sui cui servono interventi più incisivi.

 
A tal riguardo Legambiente lancia oggi le sue proposte: per accelerare il passo e per città più vivibili, sostenibili e attente alla qualità della vita, inclusa la sfera sociale, serve un green deal made in Italy per le città che abbia al centro una strategia nazionale urbana che non lasci soli i comuni nell’affrontare i problemi cronici ambientali, la crisi climatica, ma anche il fenomeno dell’overtourism. Su quest’ultimo tema, l’associazione ambientalista lancia un monito: l’overtourism va governato con misure efficaci, come stanno facendo già diverse città europee e nel resto del mondo, e va affrontato con lungimiranza e responsabilità dalle grandi alle medie aree urbane ai piccoli borghi, fino all’alta quota, per un turismo più sostenibile, di qualità, attento e rispettoso anche dei territori e delle comunità locali.

“Per città più sostenibili, resilienti e sicure – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – serve un’azione congiunta a livello nazionale e territoriale da parte del Governo, delle Regioni e dei capoluoghi di provincia. Oggi, purtroppo, i temi ambientali sono i grandi dimenticati dall’agenda politica. Da parte del governo nazionale servono politiche coraggiose, a 360 gradi, e risorse economiche all’altezza della sfida per rendere davvero sicuro il nostro Paese. Si pensi ad esempio all’adattamento alla crisi climatica, che causa sempre più danni e perdite di vite umane; alla rigenerazione urbana e alla messa in sicurezza degli edifici, dalla presenza di amianto e dal rischio terremoti; alla lotta allo smog, che causa quasi 50mila morti premature solo per il PM2,5, o al processo di miglioramento del livello qualitativo dei controlli ambientali in capo alle Agenzie regionali protezione ambientale, oggi disomogenei sul territorio nazionale”.

“La classifica di Ecosistema urbano – dichiara Daniela Salzedo, presidente di Legambiente Puglia -  anche quest'anno vede le città pugliesi oltre metà classifica. I 20 indicatori utilizzati  indicano in maniera inequivocabile che bisogna invertire le strategie urbane con cui vengono governate le nostre città. Le 6 componenti ambientali su cui si basa l'indagine (aria, acqua, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) sono state analizzate sulla base dei dati scientifici relativi a ciascuna voce. A fronte anche degli eventi climatici che stanno interessando le città italiane, ciò che preoccupa maggiormente è che non viene garantita la sicurezza dei cittadini. Non solo bisogna investire nelle  politiche di sviluppo urbano compatibili con l'ambiente senza ricorrere a soluzioni improvvisate o emergenziali, ma bisogna agire in tempi rapidi. Quello che deve necessariamente cambiare è l'approccio al sistema Ambiente. Purtroppo nelle città pugliesi si fatica ancora ed infatti, negli ultimi anni, i dati raccolti non sono assolutamente entusiasmanti”. 

 
Dai dati di questa edizione del rapporto emerge con maggiore evidenza come,

 
per uscire davvero dall’emergenza urbana, sia urgente e non più rinviabile una strategia nazionale in grado di sostenere scelte di indirizzo capaci di rendere le nostre città più sostenibili e al contempo più vicine alle necessità dei cittadini. L’unica via sostenibile per rilanciare davvero il Paese, cominciando dalle città, è ripensare le realtà urbane del futuro con meno auto e più mezzi meno inquinanti (ferro e elettrico), più mobilità sostenibile ed economia circolare, più infrastrutture intelligenti.

Il report su www.legambiente.it 

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