Il sangue di Giampiero Carvone, 19 anni appena, grida ancora giustizia nelle strade di Brindisi. Era la notte del 9 settembre 2019 quando il giovane venne ucciso con colpi di pistola calibro 7,65 alla testa, a pochi metri dalla sua casa. Un’esecuzione fredda, spietata, che secondo gli inquirenti portava con sé il sigillo del metodo mafioso.
Ora, dopo anni di indagini e processi, il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, Carmen Ruggiero, ha chiesto la pena più severa: l’ergastolo per Giuseppe Ferrarese, l’uomo accusato di essere il mandante e l’esecutore materiale dell’omicidio, e cinque anni e tre mesi di reclusione per Orlando Carella, imputato di favoreggiamento.
La notte del delitto
Giampiero fu giustiziato perché aveva infranto un codice, quello non scritto della criminalità organizzata. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il giovane aveva osato fare il nome del complice in un furto d'auto ai danni di un boss locale. Una mossa che gli sarebbe costata la vita.
Dietro il grilletto c’era Ferrarese, dicono le indagini, ma la svolta arrivò solo nel 2022, grazie alla testimonianza cruciale di una donna che frequentava l'imputato all’epoca. Fu lei a smontare l'alibi del presunto assassino, rivelando dettagli che permisero agli investigatori di incastrarlo.
Un padre che non si è mai arreso
Piero Carvone, il padre di Giampiero, era presente in aula anche oggi, come lo è stato in ogni udienza. Negli anni ha combattuto con una determinazione incrollabile per ottenere la verità sulla morte del figlio, anche quando il caso sembrava destinato a rimanere irrisolto.
Le prossime tappe
Il 28 gennaio la Corte d’Assise, presieduta dal giudice Maurizio Saso, ascolterà le arringhe difensive, prima di emettere il verdetto atteso per il 4 febbraio. Una sentenza che potrebbe segnare una svolta definitiva in questa vicenda, fatta di omertà e sangue, ma anche di giustizia che finalmente potrebbe farsi strada.
In una città ancora ferita da quel tragico omicidio, resta forte l’attesa per una risposta che, seppur tardiva, potrà forse restituire un minimo di pace alla memoria di Giampiero e alla sua famiglia.