Strutture fatiscenti, programmi didattici impossibili, risultati catastrofici e poi bullismo, video imbarazzanti e studenti semi-analfabeti. La scuola vive da anni un’agonia lenta ed inarrestabile.
Com’è possibile che la cultura abbia raggiunto i minimi storici in un paese che è stato meta ambita di artisti, poeti e uomini di scienza per oltre cinque secoli? Una serie infinita di negligenze ed incompetenze hanno smantellato pezzo a pezzo, anno dopo anno, l’istituzione scolastica portando gli studenti italiani ad essere i meno competitivi in Europa.
Qualche mese fa le maggiori testate italiane pubblicavano articoli come questo:
” Gli studenti italiani sono i più somari d’Europa. I risultati sono visibilmente peggiorati rispetto al 2000 e al 2006. L’Italia si trova nei posti più bassi della classifica europea per quanto riguarda lettura, cultura scientifica e matematica. Il rapporto, giunto alla sua terza edizione, offre un quadro degli studenti italiani del tutto negativo. L’unico dato confortante per gli studenti italiani viene dalle donne. Nel 2003 gli studenti italiani figuravano al 27esimo posto per le competenze scientifiche, nel 2006 slittano al 36esimo posto” (fonte O.C.S.E.)
I dati sono chiari e le conclusioni che se ne possono trarre, lampanti: i nostri studenti avranno maggiori difficoltà a ritagliarsi un posto nell’economia globalizzata e dovranno accontentarsi di lavori di ripiego.
La domanda da porsi ora non è ”di chi è la colpa?”, come spesso succede nel nostro paese; è importante rintracciare i colpevoli di questo sfacelo, ma è più urgente capire cosa non funziona e quali soluzioni adottare, prima di sfornare altre generazioni di futuri infelici.
In primo luogo vanno aggiornati e rimodellati sui livelli reali di conoscenza i programmi didattici; non vedo come sia possibile dare a studenti delle medie inferiori, testi che parlano di ”modificazioni genetiche” e ”leggi di mercato”, quando già parole come ”gene” o ”economia” fanno comparire sui loro volti espressioni di terrore e stupore.
Se avete sottomano un libro di educazione tecnica o artistica delle scuole medie, provate a leggerne una pagina qualsiasi e pensate che un dodicenne conosce il 70% in meno dei termini a voi noti.
Come è possibile assegnarne interi capitoli da studiare a casa? I nostri ragazzi vivono in famiglie dove si parla il dialetto o l’italiano ”comune”, guardano molto la televisione (fonte preziosa di errori grammaticali e sintattici), giocano tra di loro o ai videogiochi; di certo non parlano di biotecnologie, termovalorizzatori o economia globale! Non dovremmo dar loro prima le basi del linguaggio e della logica?
Molti maturano un odio profondo verso la lettura e la cultura proprio grazie alle difficoltà che incontrano a scuola: la mancanza di successi e gratificazioni li porta ad allontanarsi da tutto ciò che richiede un impegno mentale.
Un discorso più complicato ed altrettanto importante è quello che riguarda la categoria dei docenti. Insegnare è il mestiere più difficile che esista, al pari del fare i genitori; avere a che fare tutti i giorni per trent’anni con ragazzi spesso indisponenti e con i loro, a volte, iper-protettivi genitori è qualcosa che logora lentamente i nervi e porta inevitabilmente ad accumulare stress e tensioni.
Aggiungiamo anche l’incompetenza di chi prende provvedimenti ed organizza programmi didattici da seguire, il cui solo obiettivo è riempire gli studenti di nozioni come fossero palloncini; sommando tutto ciò avremo un quadro quasi completo delle difficoltà che quotidianamente incontrano i docenti. Detto ciò, dobbiamo però osservare che gli insegnanti capaci sono una specie rara e purtroppo in via di estinzione. Molti di essi sono ormai troppo demotivati per continuare a lavorare con passione, o troppo anziani per avere un dialogo costruttivo con i ragazzi; per non parlare di chi proprio dovrebbe cambiare mestiere.
Grazie alle varie riforme varate dai diversi governi, si è ormai instaurata la deprecabile consuetudine di valutare l’operato degli studenti in base a rigide formule matematiche che producono voti grazie ad equazioni fisse, purtroppo la maggior parte dei docenti si attengono strettamente a questa regola. E l’impegno? E la costanza? Perdendo di vista le qualità umane dei ragazzi, perdiamo di vista uno degli obiettivi fondamentali della scuola: essere ”maestra di vita”.
Una volta i professori ascoltavano, consigliavano e valutavano tenendo ben presente le qualità ed il carattere di ogni singolo studente. Oggi purtroppo si ricerca un insegnamento di massa nell’illusione che fornire nozioni basti a creare dei cittadini consapevoli; non ci si accorge che in realtà l’unico risultato è una generazione di sfiduciati, privi dei valori fondamentali di convivenza. E’ ovvio che in questo processo la scuola è uno degli elementi più importanti in gioco, ma non certo l’unico; le risposte vanno cercate negli ambiti familiari, nei contesti urbani, nelle dinamiche sociali ed in molti altri fattori che contribuiscono alla costruzione di potenziali alienati.
Come dicevamo il nocciolo della questione non è punire i colpevoli, ma cominciare a risolvere il problema con efficacia e determinazione, non ”mettendoci una pezza” come ormai questo paese è abituato a fare nei confronti di situazioni che si trascinano da anni.
Ho sottolineato la necessità di aggiornare i programmi didattici tenendo conto del livello degli utenti e delle possibilità dei professori; proseguo con la scelta dei testi scolastici che dev’essere oculata; con l’aggiornamento del corpo docenti sulla didattica e sulle tecniche educative; con la partecipazione delle famiglie, affinché gli insegnamenti non si perdano al suono della campanella e con una programmazione degli obiettivi più ancorata alla realtà ed alle esigenze della società.
Infine, dovremmo sempre ricordare che tra le funzioni principali della scuola vi è quella di ”maestra di vita”, quella di aiutare gli studenti ad entrare nel ”mondo degli adulti” senza traumi o scossoni, ma con gli strumenti giusti per poter migliorare ciò che le generazioni precedenti hanno lasciato incompiuto”.
Massimiliano Gatti - Socio Fondatore Ass. Cult. MA.Dì.MA.
L’associazione culturale MA.Dì.MA. è attiva a Brindisi e si occupa di lotta al disagio adolescenziale attraverso un servizio di doposcuola educativo e la organizzazioni di eventi culturali.
Info: 349 / 4368619
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