Domenica 19 aprile, alle ore 17.30, si terrà la cerimonia di apertura del MAPRI, Museo Archeologico Provinciale “Ribezzo” di Brindisi. L’appuntamento è in piazza Duomo dove sarà possibile visitare le nuove sale museali attraverso un percorso suggestivo e pieno di “sorprese”.
Alle ore 20.00 la cerimonia proseguirà presso il Nuovo Teatro Verdi con la proiezione del documentario “Filia Solis” per la regia di Edoardo Winspeare, e, subito dopo, con l’esecuzione di un concerto da parte dell’Ensemble da Camera dell’Accademia del Teatro alla Scala. ( Per esigenze tecniche è richiesta la massima puntualità.)
Istituito nel 1884 nella sede comunale del tempio di San Giovanni al Sepolcro per volontà di Giovanni Tarantini, il Museo Archeologico di Brindisi raccolse inizialmente le donazioni di alcuni collezionisti locali e i materiali rinvenuti in scavi cittadini . Il Museo assunse ben presto il ruolo di centro culturale della città grazie all’attività di un gruppo di giovani intellettuali la cosiddetta “Brigata degli amatori d’arte” guidati da Pasquale Camassa, che dal 1911 ricoprì l’incarico di direttore onorario del museo. Già ai primi del Novecento, tuttavia, il tempio di San Giovanni al Sepolcro risultò insufficiente a contenere i numerosi reperti restituiti dagli scavi e si avvertì la necessità di progettare un edificio più adeguato. Nel 1934 l’Amministrazione provinciale di Brindisi formulò alla Soprintendenza la proposta di costruire una nuova sede del Museo sul suolo ricavato dall’abbattimento delle abitazioni che insistevano intorno al tempio di San Giovanni al Sepolcro. Contestualmente progettò in piazza Duomo, sul suolo del fatiscente Ospedale civile, la costruzione del Palazzo della cultura destinato ad ospitare la Biblioteca Provinciale e il Provveditorato agli Studi. Durante i lavori di sbancamento dell’area, vennero rinvenute notevoli testimonianze archeologiche che furono documentate dall’avvocato Gabriele Marzano, ispettore onorario del Ministero della Pubblica Istruzione, al quale va il merito di aver proposto nel 1952 l’istituzione del Museo Archeologico Provinciale in una ala dell’edificio in costruzione. Nel 1954, conclusi i lavori, lo stesso Marzano venne nominato direttore onorario del Museo, incarico che detenne fino al 1980.
Dal 1971 di intesa con la Soprintendenza Archeologica della Puglia, il Museo, grazie all’intuito della dr.ssa Benita Sciarpa, ha rivolto il suo interesse alla ricerca archeologica subacquea. Sono state, pertanto, effettuate prospezioni archeologiche subacquee lungo il litorale brindisino, da Egnazia a Torre San Gennaro, operazioni che hanno restituito copioso materiale archeologico: ceramica, ceppi d’ancora in piombo, ancore in pietra, manufatti in bronzo.
Agli inizi degli anni Ottanta lo spostamento in altre sedi della Biblioteca Provinciale e del Provveditorato agli Studi ha reso possibile l’attuazione di un progetto di ampliamento e di un nuovo allestimento delle sale espositive, rispondendo all’esigenza di esporre i reperti della collezione Marzano acquistata dagli eredi nel 1988 e i numerosi reperti venuti dal mare. Il patrimonio del museo si era pertanto arricchito notevolmente; mutato era anche l’approccio dell’utente con tale patrimonio, soprattutto a seguito della scoperta dei Bronzi di Punta del Serrone nell’estate del 1992.
Domani il Museo riapre al pubblico in una veste museografica e museologica nuova, con un percorso museale innovativo che propone prospettive di lettura storica e modi di esposizione più moderni e accattivanti. Obiettivo fondamentale dell’intervento museografico è stato quello della piena reversibilità dell’allestimento, permettendo di intervenire con eventuali modifiche e nuove proposte, a seguito del proseguo degli scavi e degli studi archeologici.
Brindisi, 18/04/09