BRINDISI – Vendeva auto che non esistevano, incassava i soldi e poi li faceva sparire su conti esteri: è finita con un arresto ai domiciliari l’ultima operazione della Guardia di Finanza di Brindisi, che ha smascherato un articolato schema di truffa online e autoriciclaggio.
L’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal GIP del Tribunale di Brindisi su richiesta della Procura, è stata eseguita al termine di un’indagine complessa e di respiro internazionale. Il truffatore, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, pubblicava annunci per la vendita di autovetture su una piattaforma molto nota, incassava i pagamenti dagli ignari acquirenti, ma le auto non venivano mai consegnate. Per un motivo semplice: non sono mai esistite.
Una volta intascati i soldi, l’uomo – oggi sottoposto alla misura cautelare – trasferiva le somme su conti esteri, in particolare all’estero, utilizzando causali fittizie per mascherare l’origine illecita del denaro.
Fondamentale, nella ricostruzione dei movimenti, è stato il lavoro incrociato tra documentazione bancaria e analisi informatiche. Durante le perquisizioni domiciliari, infatti, è stato impiegato anche personale specializzato in Computer Forensics e Data Analysis.
Trattandosi di una frode transnazionale, le indagini hanno coinvolto anche l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia e la Financial Intelligence Unit croata, oltre all’emissione di un Mandato Investigativo Europeo che ha ulteriormente rafforzato le accuse di auto-riciclaggio.
La posizione dell’indagato resta al vaglio della magistratura, in attesa dell’esito del processo. Come sempre, la responsabilità sarà definitivamente accertata solo in caso di sentenza irrevocabile di
condanna.





















