MILANO- Federico II di Svevia fece costruire nel 1227, con materiale di risulta dell’ anfiteatro romano, il castello Svevo di terra, con l’intento di difendere la città nella parte più vulnerabile; Nel 1480 il castello fu rinforzato con imponenti mura dagli aragonesi, considerato il pericolo incombente dei turchi. Nel 1810, oltre ad essere restaurato su ordine di Gioacchino Murat, fu adibito ai servizi di pena. Qui,infatti, furono approntati quattro cameroni, uno dei quali destinato ad infermeria.
In seguito,numerosi galeotti del carcere di Napoli furono trasferiti a Brindisi per lavorare alla bonifica del porto. Dopo circa un secolo il Castello cessava di essere casa di pena, per divenire sede della Marina Militare. Contemporaneamente, Alfonso I di Aragona nel 1445, per esigenze di sicurezza fece costruire sull’ isola di S. Andrea,all’ inizio del porto esterno di Brindisi, il Castello rosso, definito così per la pietra utilizzata per la costruzione. Il castello è detto anche Alfonsino o Aragonese. L’isola, dove è situato il castello, era occupata sino al XI secolo dall’ abbazia dei benedettini di Sant’ Andrea all’ Isola.
Successivamente, la zona fu abbandonata a causa dei tragici eventi che colpirono la città tra il XIV XV secolo. Negli anni avvenire l’isola ha ospitato per lungo tempo un lazzaretto, per poi passare sotto la giurisdizione della Marina Militare. Il Castello si erge attorno ad un cortile di forma quadrangolare e da un’altra muraglia munita di un mastio che funge da entrata ed altre sei torri due di forma circolare, tre a pianta quadrata ed una pentagonale. All’ interno è visitabile un salone decorato da un lavabo con stipiti in pietra che risalgono al XVI secolo. I due baluardi, uno di forma rotonda, l’altro di forma triangolare appartengono alla fine del XV secolo.
La residenza di Federico era ubicata nella parte del castello che si affacciava sul porto, visto che la posizione dominava tutto il paesaggio ed era ritenuta inaccessibile.Un altro gioiello architettonico della città pugliese è rappresentato dalla chiesa di Santa Maria del Casale. Essa fu costruita nel 1300 su ordine di Filippo D’Angiò, principe di Taranto.Situata nei pressi dell’ aeroporto, fu detta S. Maria del Casale per il nome dell’ antico borgo sul quale fu edificata. La tradizione vuole che nel luogo dove sorge, ci fosse una cappelletta con l’immagine della Madonna.
La chiesa è architettonicamente unica nel suo genere.E’ di stile gotico con reminiscenze di stile romanico. La facciata è caratterizzata da motivi geometrici, con la alternanza della pietra bianca e carparo dorato. L’accostamento genera uno spettacolare gioco di colori.
All’ interno le pareti sono tutte ricoperte da bellissimi affreschi, opera del pittore Rinaldo da Taranto. Curiosità: questi affreschi erano nascosti da più strati di calce e fortunatamente sono stati riportati alla luce, per la gioia di chi va in pellegrinaggio a visitare la chiesa munita di cotanta bellezza. Degno di nota è un grande ed affascinante affresco, rappresentante il “Giudizio Universale”e risalente all’ inizio del XIV secolo. Lo splendore della chiesa rimase immutato fino al secolo XVI,fin quando ci furono i principi di Taranto. In questo periodo gli Arcivescovi furono soliti utilizzare i locali costruiti accanto alla chiesa come residenza estiva.
Bruno Virdò