La FP CGIL di Brindisi torna a puntare il dito contro la gestione della sanità pubblica in provincia, denunciando ritardi, disservizi e gravi carenze organizzative presso l’ospedale "Perrino". Al centro della polemica, ancora una volta, la mancata attivazione del servizio di Radiologia Interventistica e un recente episodio che ha visto una paziente rischiare di non ricevere in tempo un trattamento salvavita.
Secondo il sindacato, la risposta fornita dalla ASL Brindisi alla nota sindacale della CGIL non chiarisce, ma anzi conferma indirettamente “lo stato di allarmante precarietà del sistema”. In particolare, la vicenda della paziente è stata liquidata come “gestita secondo protocollo”, salvo poi ammettere – sempre da parte della stessa ASL – che vi è stata una “difformità procedurale” nell’attivazione dell’ambulanza. Un elemento che, secondo la CGIL, dimostra le fragilità di un sistema in cui, durante un’emergenza, cinque ambulanze risultavano ferme e un solo autista era in servizio.
Il sindacato definisce “inaccettabile” anche l'immobilismo sulla Radiologia Interventistica: un servizio essenziale, annunciato più volte ma mai realmente attivato. Si fa riferimento a protocolli con altre province, come Lecce e Taranto, per sopperire alla mancanza di questo servizio a Brindisi, ma secondo la CGIL “un ospedale hub come il Perrino dovrebbe poter contare su una struttura autonoma e funzionante”.
“La nomina di un nuovo direttore – si legge nel comunicato – non basta a colmare la carenza di personale, strumenti e risorse. Serve un piano concreto e immediato”.
Le critiche si allargano a un sistema sanitario provinciale che, secondo la FP CGIL, si regge solo grazie all’abnegazione del personale sanitario. “Siamo allarmati – scrivono – da liste d’attesa infinite, reparti chiusi, piani di assunzione assenti e un’organizzazione carente, che costringe i cittadini a cercare cure in altre province”.
Il sindacato respinge al mittente anche le accuse di non aver avviato un confronto preventivo con la Direzione, rivendicando invece trasparenza e disponibilità al dialogo “quando questo è serio e orientato a soluzioni reali”.
La conclusione è netta: “La sanità pubblica non si difende con i comunicati, ma con i fatti. Continueremo a denunciare tutto ciò che non funziona, con fermezza e rispetto”.