Brindisi, abusi su allieva minorenne: istruttore di canottaggio condannato a oltre 5 anni

giovedì 22 maggio 2025

Avrebbe dovuto essere un mentore, una guida nel mondo dello sport. Invece, il 43enne, presidente e istruttore di una società di canottaggio brindisina, si è trasformato nell'artefice di un incubo per una sua allieva di appena 12 anni. Per questi fatti, l'uomo è stato condannato giovedì 22 maggio 2025 dal Giudice per l'Udienza Preliminare del Tribunale di Lecce, Alcide Maritati, a cinque anni e quattro mesi di reclusione.

La pesante sentenza arriva al termine di un processo celebrato con rito abbreviato, che ha quindi consentito una riduzione di un terzo della pena. Le accuse contestate e confermate dal giudice sono gravissime: violenza sessuale continuata e aggravata dalla giovane età della vittima, adescamento di minorenni e pornografia minorile. Le indagini hanno rivelato che l'istruttore avrebbe indotto la ragazzina a inviargli immagini personali a sfondo lascivo. Un'altra giovane atleta sarebbe stata coinvolta nella vicenda, sebbene non si sia poi costituita parte civile.

Oltre al carcere, per E.N. scattano misure accessorie di notevole impatto. Una volta espiata la pena detentiva, sarà sottoposto per un anno a una misura di sicurezza che gli impedirà di frequentare luoghi dove siano presenti minori. In aggiunta, il tribunale ha disposto per lui l'interdizione perpetua da tutti gli uffici pubblici e da qualsiasi incarico che implichi la tutela, la curatela o l'amministrazione di sostegno, estendendo il divieto a ogni tipo di ruolo in scuole e strutture, sia pubbliche che private, frequentate prevalentemente da minorenni.

A far scattare l'inchiesta, che ha coperto un periodo compreso tra febbraio e luglio dell'anno precedente, è stata la sensibilità e la prontezza dei genitori della dodicenne. che notando atteggiamenti insoliti nella loro bambina hanno deciso di esaminare il suo cellulare. Lì, hanno scoperto la drammatica realtà: messaggi, audio e video che testimoniavano la degenerazione del rapporto tra l'allenatore e la giovane atleta.

Durante il processo, il pubblico ministero aveva sollecitato una condanna a sei anni.

Di contro, la difesa dell'imputato, curata dall'avvocato Ferruccio Gianluca Palazzo, aveva puntato all'assoluzione, argomentando la mancanza di riscontri oggettivi per la violenza sessuale e contestando la qualificazione di pornografia minorile per le foto agli atti.

La sentenza di primo grado potrà essere oggetto di appello, e le motivazioni saranno rese note entro tre mesi.

Per le parti civili il giudice ha accolto le istanze delle legali della famiglia, le avvocatesse Anna Cavaliere e Marina Greco, stabilendo una provvisionale di 40.000 euro per la giovane vittima e di 5.000 euro ciascuno per i genitori e il fratello. 

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